
Castagna "vorrebbe mantenerla a Milano" mentre azionisti di peso dell'altra parte "opterebbero per Siena per una questione di storicità"
Prende quota in Banco Bpm il "possibile allargamento del numero delle adesioni ad un fondo esuberi sottoscritto lo scorso anno e che avrebbe già raggiunto il numero originariamente ipotizzato dall'azienda". Lo apprende Adnkronos da fonti a conoscenza del dossier. Le fonti stesse precisano che si tratta allo stato attuale di "una ipotesi" che però starebbe prendendo sempre "maggiormente quota".
L'accordo già sottoscritto prevede l'uscita di 1100 persone, "però gli aventi diritto in rapporto alla maturazione del diritto pensionistico sarebbero 300-350 in più". Qualcuno, sottolineano le fonti, è uscito per pensionamento: "si dovrebbe parlare di circa 250 persone che sarebbero al momento rimaste escluse".
L'azienda, a quanto si vocifera, "sta valutando se allargare questo numero chiedendo alle organizzazioni sindacali - con una possibile contropartita di assunzioni in rapporto alle ulteriori uscite - la disponibilità a far uscire più persone". Quello che ancora pare non sia stato deciso è "se il numero sia ad esempio 100 piuttosto che tutti gli aventi diritto, però non rientrati nel giro precedente".
La questione - sempre stando alle fonti - sarebbe strettamente connessa con il risiko bancario in atto: dentro Credite Agricole Italia (indiscrezioni di matrimonio con Piazza Meda), le organizzazioni sindacali sono state infatti intrattenute recentemente con un'operazione analoga per un fondo esuberi di 500 persone". Si tratta - ipotizzano le fonti - di "operazioni che potrebbero combaciare per presentarsi più snelli in un'eventuale operazione di aggregazione".
Sempre lato risiko bancario, non è tramontata neanche l'ipotesi del terzo polo bancario: il matrimonio tra Mps e Banco Bpm. "Ma il management del Banco - come confermano fonti ben informate all'Adnkronos - vuole attendere la conclusione della prima fase di integrazione con tra Piazza Salimbeni e Piazzetta Cuccia". Un altro nodo, a quanto si apprende, "più grosso di quello che si potrebbe immaginare" pesa sul successo dell'operazione: "la sede" del futuro terzo polo. Castagna "vorrebbe mantenerla a Milano" mentre azionisti di peso dell'altra parte "opterebbero per Siena per una questione di storicità". (Di Andrea Persili)