
Una settimana caratterizzata da un avvio incoraggiante, ma chiusasi con un calo del Ftse Mib (-1,11% nella giornata di ieri. Pesano le tensioni legate ai dazi annunciati dall'Amministrazione statunitense.
Una settimana caratterizzata da volatilità accentuata quella che si è conclusa a Piazza Affari. Nonostante un avvio incoraggiante, la chiusura settimanale di ieri ha visto un leggero arretramento del Ftse Mib, in calo dell'1,11% ma sempre sopra i 40.000 punti. Il clima di mercato è stato influenzato da un rinnovato pessimismo sulle prospettive del commercio globale e dalle tensioni legate alle politiche tariffarie internazionali
A spingere il listino il settore industriale e quello del risparmio gestito. Da incorniciare la performance di Buzzi che ha guadagnato il 12,36%, con un prezzo per azione di 51.60 euro, grazie a una sostenuta domanda nel settore delle infrastrutture e del cemento. Ottimi risultati anche per Azimut, in rialzo dell'8,98% e un prezzo per azione di 29,37 euro, raggiunti grazie a una raccolta netta positiva per il mese di giugno di 1,5 miliardi di euro e ad aspettative di crescita nel risparmio gestito. Bene anche i titoli assicurativi con Generali tonico a+3,87%, e gli industriali come Leonardo (+3,22%) e Prysmian (+2,85%). Tonfo invece per Iveco che ha terminato le contrattazioni settimanali in rosso del 6,63%, complice l'offerta di 1,6 miliardi di euro avanzata da Leonardo per acquisire il reparto difesa della società. Le utility hanno mostrato segni di debolezza con A2a (-2,52%), Enel (-2,17%) e Italgas (-1,89%) che cedono terreno. Tra i titoli in difficoltà anche Telecom Italia (-2,34%).
Il settore bancario che ha risentito delle incertezze sulle politiche monetarie internazionali e della volatilità globale, ma non sono mancati segnali di resilienza. Unicredit si è distinta con un rialzo del +2,59% grazie anche all'annuncio, lo scorso lunedì 8 luglio, di aver portato la propria quota in azioni e diritti di voto in Commerzbank al 20%. Il gruppo guidato da Andrea Orcel "ha convertito in azioni circa il 10% della sua posizione sintetica in Commerzbank, portando la propria quota in azioni e i relativi diritti di voto effettivi a circa il 20%" secondo quanto diffuso dall'istituto bancario. UniCredit intende inoltre "convertire in azioni la restante posizione sintetica di circa il 9% a tempo debito, raggiungendo circa il 29% dei diritti di voto in Commerzbank. Con questi passi, la banca guidata da Andrea Orcel diventa il maggiore azionista di riferimento di Commerzbank. Andamento positivo anche per Banca Mediolanum (+2,31%), mentre Banca Popolare di Sondrio e Bper hanno ceduto terreno, rispettivamente -1,49% e -1,25%.
La settimana di Piazza Affari si è mostrata mista: mentre alcuni settori come industriale, assicurativo e risparmio gestito hanno mostrato forza, il comparto bancario e le utility hanno risentito della volatilità e delle incertezze macroeconomiche. Gli investitori guardano ora con attenzione alle prossime decisioni delle banche centrali e all’evoluzione delle tensioni commerciali internazionali, fattori che potrebbero condizionare ulteriormente l’andamento del mercato nelle prossime settimane.