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Forza Nuova, Castellino: "Non volevo assaltare la Cgil, ma solo 'assediarla' da fuori" - Leggi

25 ottobre 2021 | 18.47
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La lettera che il leader di Forza Nuova Giuliano Castellino scrive all’Adnkronos dal carcere di Poggioreale

 - (Fotogramma)
- (Fotogramma)

“Né io né i miei i coimputati, né nessuno degli organizzatori della manifestazione del 9 ottobre aveva intenzione di 'assaltare', uso il termine usato dei media, la Cgil". Inizia così, senza mezzi termini nè preamboli, la lettera (Leggi) che il leader di Forza Nuova Giuliano Castellino scrive all’Adnkronos dal carcere di Poggioreale, dove è detenuto insieme a Roberto Fiore e ad altri militanti di estrema destra dopo gli scontri a Roma.

"Io non ho messo piede dentro la Cgil - scrive con una grafia tondeggiante e rassicurante - il nostro intento era assediare, cioè arrivare fin sotto il palazzo e là fuori, non dentro, chiamare Landini e con lui aprire un dialogo politico sul green pass. A Landini volevo chiedere di proclamare lo sciopero generale a difesa dei lavoratori. Questa posizione dimostra che non era nostra intenzione entrare dentro il palazzo. Noi volevamo solo entrare dentro al cortile: Io sono entrato solo nel cortile, arrivando fin sotto le scale, senza mai entrare dentro".

Quanto ai locali della sede del sindacato specifica ancora Castellino nella lettera all'Adnkronos: "Credo al massimo sia stata danneggiata parte dell’entrata della Cgil, non certo devastata. Ma questo sarà dimostrato nelle sedi opportune, i tribunali. Infine credo che, finito il tribunale mediatico, sarà più semplice ristabilire verità politiche, giudiziarie e responsabilità penali che sono sempre personali".

Nella lettera Castellino parla di un "attacco mediatico senza precedenti e gonfio di menzogne". Il leader romano di Forza Nuova, difeso dall'avvocato Carlo Taormina, si riferisce all’ipotesi di scioglimento, alla rinvigorita polemica tra fascismo e antifascismo. "Sono 12 giorni che media e televisioni ci stanno tritando - dice - Una cattiveria ingiustificata, immotivata e a dir poco faziosa".

Che avrebbe partecipato alla manifestazione contro il Green Pass a Roma, il 9 ottobre scorso, Castellino lo fece sapere "con una pec" alla Questura. È una delle "ovvie verità" che, nell''affare Forza Nuova' e scontri di piazza non sarebbero state considerate. "Non avevo nessun braccialetto, né daspo per le piazze, né divieti specifici. La mia sorveglianza speciale, sempre figlia di attivismo e militanza, mi imponeva di comunicare alla questura la mia partecipazione a manifestazioni autorizzate. Cosa che ho sempre fatto tramite pec, anche sabato 9 ottobre", scrive nella lettera. "Mi hanno ripreso e fotografato con la lente d’ingrandimento, in ogni occasione e profilo, non sono mai col volto coperto, con oggetti in mano a fare violenza".

"Le immagini fuori alla Cgil, viste e riviste 1000 volte, mi vedono o travolto dalle persone, o prendere oggetti addosso, o col megafono sempre fuori la Cgil, sempre senza attuare violenza", precisa Castellino.

"I miei processi, tutti aperti e in corso, sono tutti i politici e privi di violenza - continua - Anche le due condanne che ho in primo grado sono ridicole e spero arrivino assoluzioni nei prossimi gradi di giudizio. Così come mi sembra assurdo, pregiudizievole, e infamante parlare delle assoluzioni. Perché i giudici sono bravi quando mi condannano, ma non lo sono invece quando mi assolvono? È tutto mirato a costruire un personaggio 'brutto sporco e cattivo' solo perché ho osato sfidare alcuni dogmi della sinistra: la presenza e il radicamento nelle periferie, il coniugamento di identità e giustizia sociale, la lotta per i diritti sociali e per il lavoro. Tutto questo per il mainstream è intollerabile. Noi non dobbiamo avere consenso popolare".

"C’è un’etichetta ideologica che sempre si vuole dare ogni qualvolta si crea un link tra militanza e popolo. Ecco, quindi, che la lotta per i diritti sociali, la casa e le periferie, diventa fascista. Poco importa se la lotta viene fatta solo col tricolore, senza connotazione ideologica, senza nessuna simbologia riconducibile ad alcuna ideologia. Il tutto sempre fatto alla luce del sole, in trasparenza, senza nasconderci, a mani nude e con un rapporto diretto con popolo e ambienti”. Castellino si sofferma sulla netta “nostra posizione contro la tirannia sanitaria, il Green Pass e il grande Reset - scrive - Da 20 mesi abbiamo usato solo il tricolore, urlato ‘Italia Libera’ e lasciato ogni riferimento ideologico. Ma per criminalizzare le opposizioni ecco che ricompare lo spettro fascista".

"Tutto fatto in malafede per criminalizzare persone e idee, magari per coprire i propri fallimenti politici (la sinistra) o la o la pochezza umana (la destra). Le sinistre hanno trasformato il movimento no green pass in fascismo e la mobilitazione fuori la Cgil in attacco squadrista - incalza Castellino - quando fascismo e fascisti non c’entrano nulla, né con la protesta generale né con il corteo sotto la Cgil, tantomeno quella minoranza che è entrata dentro. La destra, invece, sempre priva di coraggio politico intellettuale, con un senso di colpa mai perso - attacca ancora Castellino - ha accettato e sostenuto una campagna di criminalizzazione di parti faziosa e lontanissima dalla verità. Dimenticando che la campagna del fango scatenata contro di me e contro di noi è la stessa spesso scatenata contro di loro, che giustamente più volte hanno denunciato e contestato".

"Quante volte abbiamo sentito Berlusconi, Salvini e Meloni accusare media e tv di fare i processi mediatici e giacobini? Ancora una volta si sono dimostrati forti con i deboli, deboli con i forti. Senza attendere verità giudiziarie e ascoltare chi, indifeso in una cella, deve subire attacchi e menzogne. Noi vogliamo in primis riaffermare una posizione politica e poi poter dimostrare la nostra innocenza, per i reati a noi contestati senza pressioni mediatiche e politiche, che condizionano e condizionerebbero chi invece deve e deve rimanere terzo e al di sopra delle parti”.

"Le mie due condanne prese in primo grado? Ridicole”. “Una - ricorda - per aver tentato di difendere una famiglia romana di Montecucco da uno sfratto. Nonostante la signora che ha tirato il sasso, lontana da me, si sia presa la colpa del gesto, in primo grado vengo condannato per legge Mancino e concorso. Zero violenza. Ancora più faziosa e ridicola - incalza Castellino, difeso dall’avvocato Carlo Taormina - la condanna, sempre in primo grado, per i fatti del Verano: per aver fatto cancellare delle foto col telefonino di un giornalista mi condannano, ribadisco in primo grado, per rapina delle foto. Violenza? Zero”.

(di Silvia Mancinelli)

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