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Imprese: Mati, settore florovivaistico arrivato a stremo, punto rottura vicino

Francesco Mati
Francesco Mati
21 novembre 2016 | 14.51
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"Il settore florovivaistico è arrivato allo stremo e il punto di rottura è vicino. Il florovivaismo ha vissuto la crisi in modo diverso rispetto ad altri settori, le piante non si possono mettere in magazzino, hanno bisogno costante di acqua, cure e manutenzione. Per questo molte aziende hanno tenuto stringendo i denti e investendo i risparmi di una vita pur di non licenziare e perdere parte della produzione".

Così Francesco Mati presidente del distretto vivaistico ornamentale pistoiese e tra i promotori delle proposte di legge sulla defiscalizzazione del verde privato, presentate alla Camera dalle associazioni, i consorzi e i distretti del settore florovivaistico italiano, con Labitalia fa il punto dell'andamento del settore.

"Gli emendamenti presentati -sottolinea- non servono solo alle aziende florovivaistiche, ma a tutta la filiera che orbita attorno al giardino e che soffre ugualmente per la crisi e il lavoro sommerso che in questi anni è aumentato. I giardinieri per esempio -ricorda- devono fare corsi professionali sulla sicurezza, avere indumenti certificati e attrezzature a norma europea. Quando fanno un preventivo si sentono rispondere che il lavoro costa troppo e che verrà svolto dall’amico 'esperto' a 8 euro l’ora, ovviamente in nero".

E secondo la ricerca della ong The Nature Conservancy, dal titolo 'Più alberi per un'aria più sana', presentata al meeting annuale dell'American Public Health Association, a Denver: per salvare la vita a milioni di persone che potrebbero morire per inquinamento e per ondate di calore nei prossimi anni, basta piantare alberi nelle grandi città, con una spesa di appena 4 dollari per abitante.

“Lo studio statunitense -commenta Michela Nieri, presidente di Coldiretti Pistoia- rafforza la convinzione che, nonostante le difficoltà, a Pistoia produciamo elementi essenziali al benessere dei cittadini. Alberi e piante sono una polizza d'assicurazione per la salute, anche in considerazione del sempre maggiore numero di persone che vivono nelle città nel mondo”.

"Entro i prossimi 30-40 anni -rimarca- oltre la metà dell'umanità vivrà all'interno di aree urbane. Pistoia Capitale Italiana della Cultura 2017 ci darà occasione di ribadire quel che sappiamo fare, rafforzando le tendenze in atto: produrre in modo ecosostenibile belle piante e sane per dare ossigeno al mondo. Il vivaismo ornamentale è e sarà sempre di più un settore trainante”.

Secondo lo studio, gli alberi possono eliminare fino a un quarto dell'inquinamento e, se piantati nei punti giusti, possono fungere da efficace barriera filtrando l'aria nociva e proteggendo gli abitanti. Possono, inoltre, rinfrescare l'aria nelle immediate vicinanze di minimo 2 gradi centigradi. Un investimento globale annuo di 100 milioni di dollari nella piantumazione di alberi è in grado di offrire città più fresche a 77 milioni di persone e riduzioni misurabili dell'inquinamento da particolato a 68 milioni di persone. Ogni anno oltre 3 milioni di persone muoiono a causa degli effetti del particolato. Entro il 2050 si calcola che, senza misure adeguate, i morti saranno 6,2 milioni.

Il caldo urbano è già considerato la calamità meteorologica più letale al mondo. Le ondate di calore sono responsabili di circa 12.000 decessi ogni anno. L'impatto potrebbe aumentare fino a produrre quasi 250 mila morti ogni anno entro il 2050. Entro i prossimi 30/40 anni oltre la metà dell'umanità vivrà all'interno di aree urbane.

Tendenze che riguardano anche l'Italia. Non è un caso che cresca un consenso diffuso attorno all’ipotesi di misure che portino alla defiscalizzazione delle opere a verde, “sulla falsa riga del modello attivato per le ristrutturazioni edilizie, aggiunge Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia.

"Diverse iniziative -afferma- intendono promuovere e rafforzare nel nostro Paese una sana e diffusa cultura del verde, attraverso la previsione di specifici incentivi per la realizzazione di interventi di riqualificazione e recupero di aree scoperte di pertinenza delle unità immobiliari di proprietà privata da destinare a zone verdi”.

Interventi nei giardini "che avrebbero come effetto, tra l'altro, quello di incrementare il valore ecologico e ambientale delle zone densamente edificate ovvero di recuperare quello estetico e paesaggistico di spazi privati spesso caratterizzati da degrado e abbandono, nonché l’emersione del lavoro sommerso e dell’abusivismo".

"Queste misure -auspica Ciampoli- andrebbero a concretizzare quanto indicato anche nel Piano nazionale del settore florovivaistico, approvato dalla conferenza stato-regioni, ma mai attuato, relativamente alla possibilità di utilizzare la leva degli sgravi fiscali per intervenire sul verde privato con un meccanismo simile a quello previsto per il risparmio energetico, le abitazioni, i mobili o gli elettrodomestici, ecc. Un simile meccanismo avrebbe un non trascurabile impatto economico su Pistoia innescando virtuosi investimenti che non solo migliorano l'arredo complessivo delle nostre aree urbane, soprattutto periferiche, e, comunque, dei nostri centri abitati, ma generano anche occupazione e valore aggiunto con benefici per i cittadini, le imprese, ma anche lo Stato".

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