La cooperazione militare tra Mosca e Parigi contro lo Stato islamico provocherà "perdite pesanti" ai jihadisti in Siria, anche se non sarà distrutto. E' l'opinione del politologo americano Ian Bremmer, presidente e fondatore di Eurasia Group, all'indomani dell'annuncio arrivato da Mosca sul coordinamento tra la Russia e la Francia. "L'Is subirà pesanti perdite - dice all'Adnkronos - anche se né Mosca né Parigi invieranno un numero significativo di truppe sul terreno". In ogni caso, continua, lo Stato islamico "non sarà distrutto e non ci potrà mai essere la garanzia che piccoli gruppi ispirati dall'Is non condurranno attacchi in futuro".
L'esperto di politica estera americana sottolinea poi come, neanche dopo gli eventi degli ultimi giorni, sia cambiato l'atteggiamento di Barack Obama rispetto alla strategia contro i jihadisti. "Obama - sostiene Bremmer - vuole essere ricordato come un presidente che ha messo fine alle guerre, non come colui che ne ha iniziate di nuove. Sa che bombardamenti pesanti non sono sufficienti per distruggere l'Is e che che l'invio di forze di terra potrebbe dare inizio ad una guerra che durerebbe anni. Per cui è contento che altri assumano l'iniziativa".
Secondo il presidente di Eurasia Group, il presidente "farà quel tanto che basta per far vedere che gli Stati Uniti sono coinvolti, ma non cercherà di esercitare un ruolo decisivo".