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Francia, 3.200 fermi da inizio proteste. Morto pompiere 24enne

L'età media delle persone fermate è di "17 anni", ma ci sono anche minori di "12 o 13 anni". Mantenuta mobilitazione di 45mila agenti

(Foto Fotogramma)
(Foto Fotogramma)
03 luglio 2023 | 07.50
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Sono circa 3.200 i fermi scattati in Francia da quando sono esplosi proteste e disordini in seguito alla morte del 17enne Nahel. Lo ha confermato il ministero dell'Interno. I dati, riportano i media francesi, si riferiscono al periodo tra il 27 giugno e domenica scorsa. Secondo Gérald Darmanin delle circa 3.200 persone fermate "un 60%" non avevano precedenti, "non erano note ai servizi di polizia" e "non erano mai state oggetto di un controllo".

L'età media è di "17 anni", ma ci sono anche minori di "12 o 13 anni" ritenuti collegati a incendi, attacchi contro le forze dell'ordine o le istituzioni. Darmanin è tornato a insistere sulla "responsabilità dei genitori, delle famiglie".

Nelle cinque notti di proteste, secondo il ministero dell'Interno si contano 5.000 auto e veicoli incendiati, circa mille edifici distrutti dalle fiamme o danneggiati, 250 attacchi contro commissariati o posti della Gendarmeria e più di 700 feriti tra le forze dell'ordine. Il dispositivo di sicurezza degli ultimi giorni ha comportato il dispiegamento di 45.000 unità delle forze dell'ordine, tra Polizia e Gendarmeria.

Morto un vigile del fuoco, aveva 24 anni

Solo questa notte, tra domenica e lunedì, sono state fermate 157 persone. Purtroppo un vigile del fuoco è morto mentre cercava di domare un incendio a Saint-Denis, ha reso noto su Twitter Darmanin, spiegando che la vittima aveva 24 anni. ''Ieri sera, mentre combatteva contro un incendio di diversi veicoli in un parcheggio sotterraneo, un giovane caporale dei vigili del fuoco di Parigi di 24 anni è morto nonostante le cure molto rapide dei suoi compagni di squadra'', ha twittato questa mattina il ministro dell'Interno.

In tutto sono almeno 352 gli incendi scoppiati su strade pubbliche della Francia, riferisce un nuovo rapporto del ministero dell'Interno, secondo il quale 297 veicoli sono stati bruciati e 34 edifici sono stati danneggiati.

Nelle principali città francesi è stato dispiegato nella notte tra domenica e lunedì un importante dispositivo di sicurezza, con 45mila gendarmi e poliziotti in campo. Veicoli corazzati leggeri furono sono stati schierati a Marsiglia e a Lione. Nella notte tre agenti di polizia e gendarmi sono rimasti feriti e una stazione di polizia e una caserma della gendarmeria sono state danneggiate.

Macron

Il presidente francese Emmanuel Macron ha chiesto al ministro dell'Interno di mantenere una "presenza massiccia" di forze dell'ordine sul terreno per garantire il "ritorno alla calma". Lo hanno confermato a Le Monde fonti vicine al presidente, aggiungendo che anche questa sera verrà mantenuta la mobilitazione di 45mila agenti. Le autorità segnalano un calo delle violenze dopo sei notti di violenza urbana legate alla morte del giovane Nahel.

Mobilitazione dei sindaci

Sempre per oggi sindaci e cittadini di Francia sono stati invitati a riunirsi alle 12 davanti a tutti i municipi della Francia. Ad annunciarlo è stato il presidente dell'Associazione dei sindaci di Francia (Amf). "L'Amf ha deciso di invitare i funzionari eletti e la popolazione a mobilitarsi, non ci arrendiamo e pertanto domani alle 12.00 abbiamo deciso con tutti i sindaci di Francia di convocare una manifestazione nelle piazze davanti ai municipi, dove suoneremo le sirene e continueremo il nostro lavoro quotidiano affinché ritorni l'ordine”, ha dichiarato David Lisnard, su TF1.

Appello alla calma della nonna di Nahel

"Voglio che finisca, ovunque":è stato l'appello alla calma lanciato dalla nonna di Nahel. "Io dico a quelli che stanno facendo danni, fermatevi! Non rompete le scuole e gli autobus. Sono le mamme che prendono gli autobus!. Che non rompano le vetrine, gli autobus, le scuole. Vogliamo far calmare le cose. Non Vogliamo che facciano danni. Che se ne stia tranquilla, quella gente!", dice ancora la donna. "Sono stanca", confida poi. "E' finita, mia figlia non ha più una vita".

La nonna di Nahel assicura di avercela solo con il poliziotto che ha ucciso suo nipote, ma non con gli altri agenti. "Meno male che ci sono", afferma la donna. "Ho fiducia nella giustizia", assicura poi. E su chi compie violenze in nome di Nahel: "Lo usano come pretesto", afferma. E mentre sale a vista d'occhio la somma raccolta in donazioni a favore dell'agente che ha ucciso il 17enne (finora sono stati raccolti 610mila euro), la nonna di Nahel ammette: "Mi si spezza il cuore. Ma sarà punito come chiunque. Ho fiducia nella giustizia", ribadisce. Esiste una raccolta di donazioni anche a favore della famiglia del ragazzo ma al momento la somma raccolta sarebbe di circa 80mila Euro.

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