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Frodi alimentari, più controlli Carabinieri calano violazioni

01 agosto 2018 | 17.17
LETTURA: 5 minuti

Frodi alimentari, più controlli Carabinieri calano violazioni

Aumenta la vigilanza sulle frodi agroalimentari ma allo stesso tempo nel 2018 diminuiscono le violazioni amministrative. A fronte di 768 controlli i n altrettante imprese del settore dal 1 gennaio al 15 luglio di quest'anno, infatti, le violazioni amministrative accertate sono state 187 contro le 309 del 2017, mentre i reati penali rilevati sono stati 63 contro i 68 del 2017. Mentre il valore della merce sequestrata ha raggiunto nel 2018 quasi lo stesso valore del 2017, con oltre 3.027 milioni rispetto a 3.142 mln dello scorso anno. A tirare un primo bilancio dell'attività dei Carabinieri per la Tutela agroalimentare è il Comandante, colonnello Luigi Cortellessa, intervistato dall'Adnkronos.

"I risultati della nostra attività, che prosegue anche ad agosto, sono incoraggianti - afferma Cortellessa - e sono dovuti anche ad un maggior dinamismo impresso dal 1 novembre 2017 con i 2 nuovi reparti di Torino e Messina, che si sono aggiunti a quelli di Parma, Roma e Salerno. 5 reparti per la tutela agroalimentare composti da carabinieri dei ruoli ordinari e forestali che sono in grado di demoltiplicare lo sforzo e quindi di moltiplicare i risultati".

Quanto al calo delle sanzioni amministrative, a giudizio di Cortellessa si tratta di "un dato positivo che si spiega anche perché applichiamo molto spesso l'istituto della diffida, ovvero l'invito all'imprenditore a regolarizzare delle situazioni di non eclatante irregolarità".

'Prodotti italiani sono sicuri, violazioni non sono patologia'

Tuttavia, questo non vuol dire che nuove misure contro i reati penali non vadano prese. "Si avverte la necessità di modellare, a presidio della società, nuove norme più aderenti a una produzione che cambia. Nuove norme infatti riguardano ad esempio il settore lattiero caseario e il biologico, in virtù di questo bisogna adeguare le fattispecie penali" e, spiega il Comandante, "il legislatore da queste prime settimane di attività sta ponendo attenzione a questo tema che non appartiene alla salute pubblica".

Questi Reparti dei Carabinieri si occupano della tracciabilità degli alimenti, delle etichette conformi alla legislazione, ovvero della carta d'identità. A questo proposito, puntualizza Cortellessa per fugare qualsiasi dubbio, "il prodotto alimentare italiano è generalmente e genericamente sicuro, le violazioni rappresentano un aspetto importante ma fisiologico e non indicativo di una patologia. I 3,7 milioni di uova che abbiamo sequestrato l'anno scorso e 2 milioni di quest'anno rappresentano l'evidenza di una mancata sicurezza alimentare legata a problemi di tracciabilità, non è che tutte quelle uova non erano sane ma non erano sicure in quanto mancava o era stato falsificato il codice alfanumerico impresso su ogni uovo. Quindi i consumatori possono stare tranquilli" sottolinea il Colonnello Cortellessa.

'No allarmismi e fake news, ci basiamo su fatti concreti'

La legislazione di presidio è efficace in Italia così come gli strumenti rappresentati dalle forze di polizia e dall'autocontrollo che le stesse imprese si impongono (con i consorzi di tutela). Le frodi alimentari si verificano soprattutto all'estero. Alcune eccellenze del made in Italy sono oggetto di contraffazione, dall'aceto balsamico di Modena al prosciutto di Parma, dal prosciutto San Daniele al Parmigiano Reggiano, che rappresentano voci altrettanto importanti dell'export, e- aggiunge Cortellessa- anche per questo stiamo lavorando per avere una tutela normativa più aderente e più efficace".

Allarmismi e fake news, spesso veicolate sul web, non rendono facile il lavoro dei Carabinieri per la tutela agroalimentare. "Guai se dovessimo inseguire la esondazione incontrollata di fake news: noi ci basiamo sui fatti concreti. Il nostro sistema di verifica parte immediatamente, disponibili come siamo a recepire le istanze e le indicazioni che ci arrivano da cittadini, associazioni e più in generale dalla comunità".

"Se è vero che viviamo un momento storico nel quale l'autenticità della notizia è spesso contaminata da aggiunte fraudolente, - rimarca il capo del Comando Carabinieri Tutela agroalimentare - mi sento di rasserenare i cittadini a mettere da parte i luoghi comuni quali 'chissà che ci danno da mangiare e chissà come lo fanno'. E' chiaro che i consumatori devono leggere le etichette, - conclude- applicare quello che c'è scritto e avere la pretesa che le pratiche commerciali avvengano secondo principi di buona fede, e quindi che non gli sia proposto o somministrato 'aliud pro alio'. Per questo ci siamo noi", conclude Cortellessa.

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