La posizione del M5S non cambia: linea dura anche se a Palazzo Chigi dovesse arrivare Matteo Renzi. "Tra lui è 'Capitan Findus' Letta non c'è alcuna differenza", è il mantra grillino in queste ore di fibrillazione per l'esecutivo. Ma la 'staffetta' allarga le distanze con i fedelissimi della linea Grillo-Casaleggio. "Renzi lo paghiamo, gli versiamo la nostra diaria se si prende i dissidenti", è la battuta che rimbalza sugli smart phone degli 'oltranzisti'.
La linea ufficiale, dunque, non cambia: con Renzi non si tratta e non si parla. Ma i dissidenti la pensano diversamente: "bisogna andare a vedere le carte -ripetono- quanto meno vedere cosa mette sul piatto", il ragionamento. Qualcuno confida nella 'parolina magica'. "Certo - riflette un deputato - se nel programma dovesse esserci una delle nostre battaglie storiche, il reddito di cittadinanza ad esempio, diventerebbe davvero imbarazzante dire di no". Il segretario dem, a dire il vero, non piace e non convince i ribelli stellati, "ma l'immobilismo stavolta sarebbe imperdonabile", si dice convinto un senatore. Di fatto gli incontri tra i dissidenti si fanno sempre più frequenti, mentre le assenze nelle assemblea M5S sono ormai una costante.
"Siamo una decina di senatori - spiega un 'malpancista' - tra noi le posizioni sono molto diverse. C'è chi frena, chi invita a monitorare la situazione del Pd e chi non vuole avere nulla a che spartire con i dem". Ma sarebbero solo quattro, a quanto si apprende, quelli davvero tentati a lasciarsi alle spalle il Movimento. Senza considerare "che rischiamo di essere del tutto ininfluenti per le sorti di un'eventuale esecutivo Renzi - ragiona un senatore - a quel punto 'sganciarsi' ora sarebbe una follia". (segue)