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Gozi: "Finito bipopulismo, aggreghiamo il centro"

11 marzo 2021 | 18.23
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Ora che il centrodestra e il centrosinistra in Italia "non ci sono più", in Italia va costruito "il centro", anche per portare definitivamente il Paese fuori dal "bi-populismo" Lega-Movimento Cinque Stelle, "terremotato" dall'avvento del governo di Mario Draghi. E per questo bisogna lavorare in maniera "inclusiva", non "esclusiva", mettendo anzitutto insieme i soggetti politici esistenti Italia Viva, + Europa e Azione. Senza mettere "veti", ma pensando a prendere "voti", magari replicando a livello italiano l'esperienza di Renew Europe, che nell'Ue è stata decisiva anche per il lancio di Next Generation Eu.

A dirlo all'Adnkronos è l'eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi. Ora che c'è una prospettiva di "almeno un anno, se non due" per organizzarsi, osserva, bisogna lavorare per aggregare. "Il punto - osserva - non è andare d'accordo a livello personale. Il punto è che siamo davanti ad un altro terremoto politico in Italia, dopo quello del 2018".

"E questo terremoto, Mario Draghi - prosegue Gozi - deve farci uscire dal bi-populismo, cui l'Italia sembrava essere condannata, tra i Cinquestelle e l'estrema destra Salvini-Meloni. Il governo Draghi è una grande occasione per l'Italia e per l'Europa, per diverse ragioni, a partire dal Recovery Plan. E' una grande occasione per la politica italiana; abbiamo il dovere di costruire una nuova proposta politica centrale".

'Pd va sempre più verso M5S'

Per Gozi, "c'è uno spazio politico centrale che è evidente e si allarga ogni giorno, tra un Pd che va sempre più verso un'alleanza con il M5S e l'estrema sinistra", mentre, dall'altra parte, "c'è la conversione europeista della Lega e Fdi all'opposizione. In questo terremoto va cambiato il linguaggio: non ci sono più centrodestra e centrosinistra, ma una sinistra e un'estrema destra spaccata in due".

Nella destra, osserva, "un pezzo, la Lega, è passata al governo, con due linee interne peraltro molto diverse". Ora quindi "va liberata la parola centro, che è stata prigioniera di uno schema che non c'è più. Va costruito questo spazio centrale. Bisogna partire con il dialogo, l'aggregazione e la federazione di tutte le forze esistenti, e anche di quelle che ancora non esistono".

"Questo - continua Gozi - richiede un dialogo tra le forze esistenti: + Europa, Italia Viva e Azione. E poi le tante realtà culturali, i tanti elettori che magari oggi sono orientati all'astensione e che vorrebbero un'iniziativa fortemente europeista, liberaldemocratica ed ecologista in modo intelligente".

'Basta veti, dobbiamo prendere voti'

Questa proposta, osserva Gozi, "non può partire con dei veti: trovo velleitario e privo di senso politico che partano i comitati e si dica 'no Italia Viva no'. Per me è impossibile spiegarlo a Bruxelles. Qui vedono un'intervista di Carlo Cottarelli, che stimiamo tutti, che lancia un comitato pieno di competenze. Ma dev'essere un'iniziativa inclusiva, non esclusiva. Si escludono a priori gli unici eurodeputati liberaldemocratici: è una cosa impossibile da spiegare qui".

"Io ho creato, insieme ad altri, Renew Europe - ricorda Gozi - ci ho lavorato dal 2018. Evitiamo le esclusioni: bisogna unire, non escludere. Non è un percorso facile, ma se c'è un programma chiaro e c'è la volontà. Io propongo di ispirarci a Renew Europe per creare Renew Europe: abbiamo aggregato forze della politica e della società civile che venivano da mondi diversi: abbiamo liberaldemocratici tradizionali, conservatori europeisti, ex socialisti, ecologisti, nuovi movimenti come En Marche e Italia Viva".

"Se avessimo escluso qualcuno - continua Gozi - non saremmo diventati il gruppo politicamente più influente del Parlamento Europeo. Credo che, con le dovute differenze, queste caratteristiche. Pensiamo meno ai veti e a prendere più voti insieme". C'è chi pensa che i rapporti del leader di Italia Viva Matteo Renzi con l'Arabia Saudita di Mohammed Bin Salman possano essere un problema, per un partito liberaldemocratico: "Mi sembra - risponde - che Matteo Renzi abbia ampiamente spiegato ragioni e modalità di questa sua scelta. Anziché mettere veti - conclude - discutiamo di alcuni aspetti della politica estera italiana ed europea, specialmente in un'area difficile come il Medio Oriente e il Golfo".

 

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