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Gros (Ceps): "Governo è caduto per spinte populiste poco orientate a bene comune"

16 agosto 2022 | 16.13
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Per l'economista tedesco difficile un sì di Bruxelles a revisione Pnrr, mentre è fattibile flat tax, per lui inverno difficile ma non catastrofico in Ue

(fotogramma)
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“È chiaro che a questo punto sarebbe stato meglio governare fino alla fine naturale del mandato, ma a dire il vero non credo che cinque o sei mesi in più o in meno avrebbero fatto grande differenza. Il punto non è tanto che sia caduto il governo, ma è il modo in cui è caduto, perché dimostra che ci sono ancora forti spinte populiste che fanno fatica ad orientarsi verso il bene comune, a prescindere dalla figura in sé di Mario Draghi”. Lo dice ad Adnkronos l'economista tedesco Daniel Gros, direttore del Center for European Policy Studies, commentando la situazione politica italiana in vista delle elezioni.

Alla domanda sui possibili pericoli per il Piano nazionale di ripresa e resilienza dovuti alla caduta prematura del governo, Gros risponde: “È chiaro che le elezioni anticipate possono rappresentare un rischio per il Pnrr, perché non sappiamo cosa deciderà di fare il nuovo governo. Ma non è che ci sia molta possibilità o flessibilità nell'implementazione di un Piano che, lo ricordo, è stato voluto con il consenso di molti partiti”.

E su una possibile ricontrattazione del Pnrr richiesta da alcune forze politiche: “Formalmente si può fare. Il nuovo governo potrà anche dire 'ho delle idee migliori', ma non penso che avrà molto successo a Bruxelles. Ricordiamo quando il governo gialloverde disse: 'Adesso faremo tutto diversamente, il vecchio piano di aggiustamento non va bene, bisogna cambiarlo tutto'. Ma dopo tanti fuochi d'artificio sono dovuti tornare indietro sul sentiero più o meno noto”.

Più possibilista appare l'economista del Ceps in merito alla fattibilità della flat tax. "Tutto dipende da come verrà implementata", dichiara. "Molti paesi dell'Europa dell'Est - spiega Gros - hanno la flat tax, ma hanno anche una politica fiscale prudente. Dunque con un tasso prudente, senza prevedere esenzioni e con qualche taglio alla spesa pubblica potrebbe essere fattibile. I Paesi che la applicano hanno in genere un rapporto tra spesa pubblica e Pil più basso rispetto all'Italia".

Quanto all'attuale situazione economica globale, e in particolare europea, Gros mostra realismo ma non disfattismo. "Il rischio latente di recessione esiste, già adesso assistiamo a un rallentamento", afferma. Tuttavia, "ho l'impressione - aggiunge il direttore Ceps - che il peggio sia già arrivato. Il prezzo del petrolio è in leggera diminuzione, quello del gas si è stabilizzato, le riserve europee di gas aumentano e le importazioni sono a livelli sostenuti. E' vero che è possibile che si stabilizzi l'aumento del costo della vita, finora ci sono stati aumenti salariali contenuti. Insomma, prevedo un inverno difficile ma non catastrofico".

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