Bianchi, rossi o bollicine, territoriali o monovitigno. Quali scegliere per la propria cantinetta? Abbiamo chiesto aiuto a Giampiero Compare, sommelier de La Cru.
È ufficialmente iniziato il nuovo anno, e dopo pranzi, cene e festeggiamenti la cantinetta è quasi vuota. Per affrontare il 2023 nel migliore dei modi, quantomeno dal punto di vista enoico, ci siamo affidati ai consigli di Giampiero Compare, sommelier di origine campana, classe 1995.
Dopo aver lavorato in ristoranti stellati del calibro di Kresios a Telese Terme, la Siriola a San Cassiano e Damini Macelleria & Affini ad Arzignano, a soli 24 anni Compare è diventato il sommelier e responsabile di sala de La Cru di Romagnano (VR).
Ristorante La Cru, crediti: Capitale Cultura
Il Ristorante, guidato dallo chef Giacomo Sacchetto, vanta oggi anche la Stella Verde, oltre alla Stella Michelin assegnata dall’autorevole guida enogastronomica nel 2020, a solo un anno dall’apertura.
«Sono vini che amo bere - commenta -, anche se attualmente non li ho tutti in carta a La Cru. Perché proprio questi dieci? Perché trovo che siano espressioni originali del vitigno e della propria specifica zona d’origine. Vini eleganti, piacevolissimi da bere, identitari e diretti, capaci di raccontare una storia infinitamente ricca di sfumature, inesauribile come lo sono le emozioni. Vini che non stancano mai, perché hanno qualcosa che li rende unici e speciali. Io amo definirlo l’inaspettato ad ogni sorso».
Le sue proposte:
Adnkronos - Vendemmie