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La sentenza

I giudici: "Sala colpevole, ma ha evitato fallimento Expo"

02 ottobre 2019 | 14.05
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Le motivazioni con cui i giudici, lo scorso 5 luglio, hanno condannato a sei mesi di reclusione, convertiti in una multa da 45mila euro, il sindaco di Milano

(Fotogramma)
(Fotogramma)

Giuseppe Sala, ex commissario Expo e attuale sindaco di Milano, "deve essere ritenuto penalmente responsabile del reato ascrittogli, integrato sia sotto il profilo oggettivo che sotto quello soggettivo". E' uno dei passaggi delle motivazioni con cui i giudici lo scorso 5 luglio lo hanno condannato a sei mesi di reclusione, convertita in una multa da 45mila euro. Una pena inflitta per falso materiale ed ideologico per la retrodatazione di due verbali relativi alla gara d'appalto sulla Piastra, l'opera portante dell'Esposizione universale del 2015. Per la corte Sala era consapevole di quello che stava firmando, eppure per lui vale un'attenuante: "Deve dunque trovare particolare considerazione e la volontà di realizzare le infrastrutture e essa ride in tempo utile, pena il vero è proprio fallimento della manifestazione", si sottolinea nelle motivazioni.  

"Non vi è spazio logico - si legge ancora nelle motivazioni - per ritenere che, prima dell'apposizione della firma, non siano stati letti o lo siano stati distrattamente; e che, stante l'inequivocità del contenuto sin dai primi tratti, non siano stati immediatamente compresi i profili fattuali alla base della contestazione e penalista". Sala, per i giudici, sapeva di questi documenti e "li ha sottoscritti consapevole delle illecite retrodatazioni e quindi della surrettizia creazione in data 31 maggio 2012 di documenti che alla data del 17 maggio 2012 non erano esistenti, e nulla rilevando, per quanto detto, che, in questo momento, non abbia avuto la consapevolezza di danneggiare qualcuno". La retrodatazione coinvolge due dei commissari che dovranno scegliere l'appalto più grande di Expo, sostituiti per rischi di compatibilità e per evitare eventuali ricorsi.
"Non è dunque emersa alcuna volontà di avvantaggiare taluno dei concorrenti alla gara o danneggiare altri, ma solo quella di assicurare la realizzazione in tempo utile delle infrastrutture necessarie per la realizzazione ed il successo dell'Esposizione Universale del 2015, risultato poi effettivamente conseguito ed unanimemente riconosciuto", si legge nelle motivazioni di 162 pagine.

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