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Danza: Il Balletto di Roma debutta nell'Otello di Monteverde

27 aprile 2019 | 21.07
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Un'immagine dell''Otello' del Balletto di Roma, firmato da Fabrizio Monteverde, in scena, nella capitale, al Teatro Quirino dal 30 aprile al 5 maggio.
Un'immagine dell''Otello' del Balletto di Roma, firmato da Fabrizio Monteverde, in scena, nella capitale, al Teatro Quirino dal 30 aprile al 5 maggio.

Nuovo debutto, nella capitale, al Teatro Quirino per il Balletto di Roma (il 30 aprile, con repliche sino al 5 maggio) protagonista dell''Otello' di Shakespeare nella rilettura coreografica di Fabrizio Monteverde. Nell’immaginario comune la figura di Otello è indissolubilmente legata alla gelosia, sentimento che può trasformarsi ed esplodere in tragedia. Nell'opera di Shakespeare (1604) e nella coreografia di Fabrizio Monteverde è il personaggio di Iago ad insinuare il dubbio fatale del tradimento di Desdemona nei confronti del Moro, ad architettare la trama che condurrà, quest’ultimo, al folle atto finale.

Attraverso la musica di Antonín Dvořák, il coreografo romano scava nella psicologia dei personaggi shakespeariani. E' la gelosia, dunque, che guida ogni singola azione dei protagonisti, che si attanaglia al loro carattere. Nella rilettura di Monteverde non esiste connotazione geografica e il tema dello straniero lascia posto ad una violenza generale che pone l’accento sulle dinamiche relazionali dello scontro e del confronto fra uomo e donna. Una riflessione, insomma, sul perenne conflitto dei sessi nel quale, in questo caso, la donna sarà vinta e sconfitta.

Uno spettacolo, 'rouge et noir' rosso e nero, colori che reindirizzano la mente verso la passione e la morte, un leitmotiv che esprime un chiaro omaggio al regista tedesco R. W. Fassbinder con particolare riferimento al film 'Querelle de Brest', del quale ritornano anche le connotazioni del 'porto sconosciuto'. Una danza in cui la musica prende il posto della parola, contestualizzando la narrazione, in cui ogni coppia possiede la propria melodia.

Nel finale Otello uccide la sua amata e, dopo aver ceduto alla disperazione sul corpo privo di vita, ripropone da solo la sequenza danzata con lei. "Il mare, ancora vivo sullo sfondo, immagine delle passioni dirompenti che hanno animato tutto lo spettacolo - ha ricordato Monteverde- rimane simbolo dell’impossibilità di questi uomini di arrestare il caos che governa le loro passioni. Un contrasto senza soluzione e senza fine".

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