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Lavoro: Martina-Poletti, in 15 giorni piano contro il caporalato/Adnkronos

27 agosto 2015 | 18.00
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Una risposta strutturata e sistematica per "stroncare il caporalato" attraverso "un piano di azione organico e stabile" da mettere a punto entro due settimane. Sono stati oggi i due ministri dell'Agricoltura Maurizio Martina e del Lavoro Giuliano Poletti a dichiarare con determinazione questo intento al termine del vertice nazionale sul caporalato. L'incontro è servito a definire il piano di azione per il contrasto al fenomeno e al lavoro irregolare in agricoltura e l’inizio delle attività della ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’.

"Vogliamo passare dalla gestione dell'emergenza - ha dichiarato il ministro Maurizio Martina - a un lavoro stabile, organico e coordinato di azioni costanti contro il caporalato, che va combattuto come la mafia. Con il vertice di oggi abbiamo dato un mandato chiaro alla Cabina di regia della nostra ‘Rete del lavoro agricolo di qualità’ che entro le prossime due settimane dovrà presentare un piano di misure concrete su tutto il territorio". Della cabina di regia, presieduta dall'Inps, fanno parte le organizzazioni sindacali, le organizzazioni professionali agricole, insieme ai rappresentanti dei Ministeri delle Politiche agricole, del Lavoro e dell'Economia e della Conferenza delle Regioni.

"Già nelle scorse settimane con il ministero del Lavoro abbiamo rafforzato i controlli -ha detto ancora Martina - un'azione che deve essere quotidiana a tutela della dignità, dei diritti e della sicurezza dei lavoratori".

Poletti, rafforzeremo contrasto, risorse in l.stabilità se ci saranno oneri

"Vogliamo stroncare il caporalato – ha detto il ministro Poletti - lavorando su tutti gli aspetti dell’illegalità. Abbiamo già sviluppato un'azione di contrasto, la rafforzeremo e la metteremo assieme ad altre questioni da affrontare anche con il ministero degli Interni per quanto riguarda l'immigrazione e con il ministero della Giustizia per la confisca dei beni. Bisogna dare una risposta culturale al fenomeno – ha proseguito Poletti - tenendo conto non solo del danno alle persone ma anche al sistema imprenditoriale. Il piano è complesso e non di breve periodo, laddove ci saranno oneri bisognerà trovare nella legge di stabilità le risorse per fronteggiare la situazione".

Martina è poi tornato a ribadire l'importanza di arrivare a breve a una misura per la confisca dei beni ai caporali, così come avviene per i mafiosi. "C'è un impegno del governo per un atto legislativo importante per la confisca dei beni alle imprese che si macchiano di caporalato lo faremo a breve, lo stiamo studiando con il ministro della giustizia Andrea Orlando" ha detto il titolare dell'Agricoltura al termine dell'incontro. Vertice a cui hanno partecipato, tra gli altri, anche il presidente dell'Inps Tito Boeri e Fabio Vitale, presidente della Cabina di regia della ‘Rete del lavoro agricolo di qualità.

allo studio responsabilità in solido per chi sfrutta il lavoro nero

Proprio Vitale indica all'Adnkronos il percorso che si è individuato: "lo sviluppo delle attività si ripartirà sul piano dei controlli e della prevenzione, ovvero dell'intelligence, ma anche con una serie di proposte di regolamentazione (anche amministrativa) e normative". Varie proposte sono infatti emerse al vertice, tra quelle a lungo termine, l'introduzione della responsabilità in solido per chi sfrutta il lavoro nero in agricoltura e un possibile obbligo di comunicazione preventiva degli operai agricoli a tempo determinato (Otd), secondo quanto si è appreso da alcuni partecipanti all'incontro. Non è mancata una riflessione sui voucher in agricoltura, in particolare per cercare di evitare distorsioni di questo strumento. Inoltre è stato ipotizzato anche un trasporto pubblico dei braccianti con il coinvolgimento delle Regioni.

Tra le misure a breve termine si prevede l'implementazione dei controlli e l'avvio della Rete del lavoro agricolo di qualità a partire dal 1 settembre, la cui operatività territoriale sarà rafforzata. Le aziende agricole interessate potranno aderire alla Rete tramite il sito www.inps.it. Per la prima volta in Italia si istituisce un sistema pubblico di certificazione etica del lavoro. Si prevede un sistema premiante per le imprese che aderiranno alla Rete ed entreranno nel circuito.

Possono fare richiesta per entrare nella Rete le imprese agricole in possesso dei seguenti requisiti: non avere riportato condanne penali e non avere procedimenti penali in corso per violazioni della normativa in materia di lavoro e legislazione sociale e in materia di imposte sui redditi e sul valore aggiunto; non essere stati destinatari, negli ultimi tre anni, di sanzioni amministrative definitive per le violazioni di cui sopra; essere in regola con il versamento dei contributi previdenziali e dei premi assicurativi.

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