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Libri: Di Mario, il laburismo delle opportunità in 'Aspettando la crescita'

16 marzo 2015 | 15.14
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Esce l'ultimo lavoro di Antonello Di Mario, responsabile ufficio stampa della Uilm, con una proposta per far ripartire l'industria (video).

Antonello Di Mario
Antonello Di Mario

Sarà presentato giovedì 19, alle 9,30, al Centro Congressi Cavour (via Cavour 50a), a Roma, "Aspettando la crescita. Scritti meccanici per lo sviluppo", l'ultimo libro di Antonello Di Mario, giornalista e responsabile dell'ufficio stampa nazionale della Uilm. Alla presentazione, oltre all'autore, interverranno Carmelo Barbagallo, segretario generale della Uil, e i segretari generali di Uilm, Fiom e Fim, rispettivamente Rocco Palombella, Maurizio Landini e Marco Bentivogli. Modererà i lavori Michele Arnese, direttore 'Formiche.net', introdurrà Fabrizio Fiorito, coordinatore regionale Uilm Lazio.

Il libro raccoglie gli scritti di Di Mario pubblicati nell'ultimo biennio su 'Fabbrica e Società', il giornale on line dei metalmeccanici della Uil di cui è direttore, e su Formiche.net.

"Il sottotitolo -spiega Antonello Di Mario a Labitalia- è quasi una parafrasi di Pasolini e dei suoi 'Scritti Corsari'. Può sembrare un paragone un po' ambizioso, ma il mondo metalmeccanico ha vissuto tempi di profondo disagio e li vive tuttora. La crisi economica, iniziata nel 2008, ha inciso profondamente sull'economia del Paese e soprattutto sul settore industriale e manifatturiero. I lavoratori hanno sofferto molto e questo è un diario di viaggio degli ultimi due anni, in cui molte cose sono cambiate".

"Sono cambiati tre presidenti del Consiglio, è stato eletto -elenca- un nuovo Presidente della Repubblica, alla guida della Cgil non c'è più Epifani ma Camusso, alla Cisl non c'è più Bonanni, ma Furlan. E anche nel sindacato dove io lavoro, la Uil, dopo 14 anni Luigi Angeletti ha ceduto il passo a Carmelo Barbagallo, che firma la presentazione del libro".

Insomma, anche il sindacato si trasforma e quello del futuro, spiega Di Mario, "deve essere moderno, riformista, mantenere le radici tra la gente con una forte coesione tra chi lavora e tra chi deve entrare nel mondo del lavoro, deve guardare ai giovani, ma deve anche sapere coniugare un sano riformismo con un laburismo delle opportunità".

"Questo significa -spiega Di Mario- guardare soprattutto al mondo del lavoro e delle imprese: se non ci sono le imprese -avverte- non c'è lavoro e neanche dritti. In questa progressione è fondamentale che l'economia si riavvii sì con la contrattazione, ma anche soprattutto con gli investimenti pubblici e privati rivolti in particolare all'industria".

Nel libro c'è una proposta su come individuare le risorse da destinare agli investimenti. "Per esempio -spiega Di Mario- un grande fondo garantito dalla Cassa Depositi e Prestiti, che faccia conto sul patrimonio immobiliare, sulle attività e sulle partecipazioni attive che ha il Paese, quantificabili in almeno 1.800 miliardi di euro. Basterebbero alcune decine di miliardi di euro rivolte a infrastrutture materiali e immateriali per dare vigore alla nostra economia".

"Sarebbe un fondo garantito dalla Cdp e potrebbero sottoscrivere quote, sia assicurazioni sia fondi di previdenza. E' già successo negli Stati Uniti dove l'economia negli anni '80 si è ripresa grazie a investimenti pubblici in settori strategici", sostiene Di Mario.

E per individuare questi settori, conclude Di Mario, "basterebbe convocare gli Stati generali dell'economia e dello sviluppo. Si sono fatti per la cultura perché non farli per l'economia che ne ha tanto bisogno?".

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