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Il rigore di Gianfranco Teotino, rappresentative americane sentono di più competizione, europei arrivano spompati da campionati o euro-coppe

23 giugno 2014 | 16.20
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Lionel Messi (Infophoto)
Lionel Messi (Infophoto)

Ricapitolando: alla fine della seconda giornata del primo turno Cile, Colombia, Costa Rica e Argentina già qualificate agli ottavi; Brasile e Messico a un passo; Stati Uniti pure, magari assaporando un biscottino da cucinare seguendo la ricetta degli amici Klinsmann e Loew; Ecuador e Honduras, sfavoriti rispetto alla Svizzera, ma ancora in lizza, se la Douce France darà un aiutino; Uruguay, speriamo a casa, ma purtroppo non è detto; nessuna già eliminata: dovremmo avere sette squadre su dieci del Centro e Sudamerica qualificate, con la teorica possibilità che divengano addirittura nove su dieci. Passiamo all’Europa: Olanda, Francia e Belgio già qualificate; Germania quasi; Spagna, Inghilterra e Bosnia già eliminate; Italia e Svizzera comunque abbastanza favorite per il secondo posto nel girone; Russia e Croazia costrette a vincere con Algeria e Messico; Grecia e Portogallo sull’orlo del precipizio.

Diciamo che sempre ragionevolmente dovremmo avere sei o sette qualificate su tredici. Quattro anni fa in Sudafrica il Mondiale fu dominato dalle europee: le due finaliste e tre semifinaliste su quattro. Ora, è vero che nella storia del calcio non è mai successo che una non americana vincesse un Mondiale disputato in America, ma stavolta non sono soltanto le nazionali tradizionalmente grandi ad avanzare.

Che cosa sta succedendo? Il caldo, che poi non è ovunque, va ricordato che da due giorni qui è inverno, sia pure in alcune parti del Paese inverno subtropicale, non è una spiegazione. Le sudamericane vincevano anche al freddo in Argentina, piuttosto che in Uruguay, piuttosto che in Cile. Più probabilmente le rappresentative americane sentono molto di più la competizione, la preparano meglio. Per orgoglio nazionale. E perché per molti giocatori è l’unica vera vetrina per mettersi in mostra. Gli europei invece arrivano qui un po’ spompati dopo aver dato tutto per vincere i rispettivi campionati o le euro-coppe.

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