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IL FUTURO DEL VINO

Il vino europeo è preoccupato per il suo futuro

16 settembre 2022 | 12.31
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Il monito lanciato a Conegliano, in occasione dell’incontro tra le principali associazioni vitivinicole nazionali ed europee. Preoccupano la geopolitica, l’inflazione e una nuova ondata di proibizionismo

Il vino europeo è preoccupato per il suo futuro

Le principali associazioni vitivinicole nazionali europee si sono riunite a Conegliano, in provincia di Vicenza, il 13 e 14 settembre, per lanciare un monito sul futuro del settore. L’incontro congiunto è un appuntamento annuale che, quest’anno, ha assunto tuttavia un peso ancora più importante. Il grido di allarme lanciato dalla cittadina veneta ha evidenziato - secondo le associazioni coinvolte - diverse preoccupazioni, dalla geopolitica, all’inflazione, nonché la crescita di una nuova ondata di proibizionismo che stanno mettendo a rischio la sostenibilità sociale, economica e ambientale del settore vitivinicolo.

Nella riunione di Conegliano sono stati i comparti vitivinicoli francese, italiano e spagnolo a rivolgersi ai rispettivi Governi e alla Commissione europea. Al centro degli incontri soprattutto la situazione del mercato. Dal 2019 ad oggi i tre paesi hanno dovuto affrontare una serie di crisi senza precedenti: le misure di ritorsione americane sui vini europei nell'ambito della disputa Boeing-Airbus, la pandemia con la conseguente chiusura del settore Horeca, le difficoltà nel trovare mercati nel periodo post-pandemico e la mancanza di materie prime, gli effetti dell’invasione russa in Ucraina con l’aumento dei costi di produzione, la crescente inflazione, a cui si aggiunge l'impatto, sempre più evidente, del cambiamento climatico. Le organizzazioni mettono in guardia sulla sostenibilità economica e sociale del settore vitivinicolo e chiedono sostegno in due punti:

  • La sterilizzazione degli aumenti del costo dell’energia;
  • Misure eccezionali di supporto e di flessibilità analoghe a quelle introdotte per fare fronte alle complessità causate dalla pandemia da Covid-19.

Le organizzazioni di categoria hanno espresso anche forte preoccupazione per la nuova ondata di “proibizionismo”. I prossimi mesi saranno cruciali, in quanto la Commissione europea lavorerà su alcune importanti iniziative legislative: le delegazioni hanno chiesto di tenere conto di quanto espresso dal Parlamento europeo nel parere sul Piano europeo di lotta contro il cancro la scorsa primavera, di concentrarsi sulla lotta all’abuso di alcol e evitare politiche sproporzionate - come la recente norma irlandese (health warnings, l’introduzione di avvertenze sanitarie obbligatorie sull’etichetta della bevande alcoliche, ndr) - che minano le comunità e i territori produttori di vino, il patrimonio immateriale dell'umanità, l'arte di vivere europea e la cultura gastronomica, di cui il vino è parte imprescindibile.

Devono essere sostenute, in particolare, tre linee di indirizzo:

  • salvaguardare la politica di promozione come strumento per garantire la competitività dei vini
  • preservare le norme sull’etichettatura nutrizionale e sulla lista degli ingredienti già decise nel quadro dei regolamenti PAC, inclusa l’etichetta digitale
  • chiedere agli Stati membri e alla Commissione europea di opporsi alla proposta irlandese sugli health warnings, presentando un parere circostanziato nel quadro della procedura TRIS
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