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Ilva, Gnudi rassicura: "Non credo che l'Eni ci taglierà le forniture di gas"

17 dicembre 2014 | 15.37
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Il commissario indica una soluzione ponte sul modello Alitalia per consentire ai soggetti interessati, che ci sono, di fare un'offerta. Intanto assicura: "siamo un'azienda efficiente"

(Infophoto) - INFOPHOTO
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"Noi con l’Eni abbiamo sempre pagato puntualmente tutte le fatture. Il problema è che, sapendo che abbiamo problemi di fondi, loro ci hanno chiesto una fideiussione per i prossimi 18 mesi": il totale "sarebbe di 140 milioni e noi ora non siamo in grado di farla". Così il commissario straordinario per l'Ilva Piero Gnudi durante l'audizione alle commissioni riunite Ambiente e Attività produttive ha commentato l'annunciato stop alle forniture di gas prospettato dall'Eni all'azienda di Taranto entro fine mese. "Abbiamo anche chiesto di pagare una settimana per l’altra in anticipo - ha spiegato Gnudi - ma non ci è stato consentito". Comunque "io credo che l’Eni non chiuderà le forniture. Anche perché chiudere un forno dalla sera alla mattina produce la rottura della macchina e forse anche qualche incidente".

Il commissario straordinario si sofferma sulle possibili prossime mosse del Governo. Partendo dalla premessa che c'è interesse da parte dei potenziali acquirenti ma che non ci sono le condizioni perché si possa concretizzare. "In questi sei mesi abbiamo cercato di capire se questa azienda sta sul mercato e abbiamo fatto un test tra tutte le migliori aziende del mondo che si interessano di siderurgia e abbiamo constatato che l’interesse c’è", spiega. Gnudi ricostruisce tutti i contatti che ci sono stati finora. "Ci sono potenziali acquirenti per Ilva e abbiamo avviato trattative con brasiliani, due indiani, un sudamericano e Arvedi che è italiana. Da tutte queste trattative sono emerse due manifestazione di interesse, una dal gruppo Arvedi e da ArcelorMittal. Ma oggi due terzi dell’azienda è sotto sequestro. Se non risolviamo questo problema non riusciremo mai a vendere perché nessuno comprerebbe un’azienda sotto sequestro".

Il commissario, quindi, guarda a una soluzione sul modello Alitalia. "Se noi non risolviamo il problema del sequestro degli stabilimenti nessun privato comprerà ma i. Bisogna trovare una soluzione ponte, dobbiamo chiedere l’ammissione straordinaria ma una volta chiesta, la figura del commissario governativo decade. Serve un decreto che modifichi la legge Marzano sul modello Alitalia e che preveda anche il rispetto delle norme ambientali. Una delle soluzioni potrebbe essere un soggetto pubblico che prende in mano la questione ambientale".

L'Ilva, scandisce Gnudi, "è un'azienda efficiente e non lo dico io ma lo dicono quelli che sono venuti a vedere lo stabilimento per iniziare una trattativa di acquisto". Arrivano chiarimenti anche sulla gestione corrente. "Non stiamo chiudendo gli impianti. Abbiamo messo un forno al minimo tecnico per manutenzione ma tra qualche giorno tornerà a operare normalmente", assicura Gnudi, aggiungendo: "è vero che bbiamo fatto un piano per chiudere gli impianti, perché se non avremo la possibilità di avere la fornitura di gas allora li dovremo chiudere, ma per il momento non stiamo chiudendo gli impianti".

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