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In piazza contro le mafie

21 marzo 2019 | 12.42
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Immaginedi repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA
Immaginedi repertorio (Fotogramma) - FOTOGRAMMA

Ci sono gli studenti, tantissimi. E i familiari delle vittime di mafia. Accanto a loro amministratori locali, assessori, semplici cittadini. Tutti in corteo, da Padova a Palermo, per ricordare le vittime della mafia e ribadire l'impegno della memoria. Tante le adesioni alla manifestazione promossa da Libera contro tutte le mafie che ha chiamato a raccolta migliaia di persone da Nord a Sud. A Padova la manifestazione ha visto la partecipazione di 50 mila persone secondo gli organizzatori, 30 mila secondo le forze dell'ordine.

"Abbiamo un debito di riconoscenza nei confronti di chi è stato ammazzato, di chi non c'è più e di chi è rimasto solo. Loro sono morti ma per noi sono ancora vivi, e le loro speranze devono camminare con noi. E' da 163 anni che parliamo di mafia, non è possibile in un Paese civile. Come non è possibile che l'80 p.c. dei familiari delle vittime non conosca la verità o parte di essa" ha detto il presidente di 'Libera' don Luigi Ciotti aprendo il suo intervento a conclusione della manifestazione a Padova.

"Oggi un caro pensiero va ai ragazzi della scuola media di San Donato Milanese, e un pensiero a padre Dall'Oglio di cui da lungo tempo non abbiamo notizie, e a Silvia Romano una stupenda ragazza di 30 anni cooperante in Africa. Così come non dobbiamo dimenticare Giulio Regeni, Ilaria Alpi e Miran Hrovatin. La nostra gente ha bisogno di verità" ha sottolineato don Ciotti.

"C'è gente che ha deciso di metterci la faccia e far capire da che parte sta. In questo momento nel nostro Paese dobbiamo alzare la voce mentre tanti scelgono un prudente silenzio" ha aggiunto don Ciotti. "Le mafie sono presenti in tutto il territorio nazionale come dice il rapporto che è stato fatto dal parlamento, e si sono rese più flessibili e reticolate, sono loro che fanno rete e crescono nelle alleanze - ha ammonito ancora -. Soprattutto sono diventate imprenditori e imprenditrici e non possiamo dimenticare questa area grigia di commistione tra legale e illegale".

E ancora: "La mafia è un avversario difficile da scoprire, ma dobbiamo essere riconoscenti al lavoro di magistratura e forze di polizia. Non dobbiamo lasciarli soli e la politica deve dare strumenti: ci vogliono meno leggi e più legge nel nostro paese. Ci vogliono leggi più forti e categoriche. Ci vuole una risposta di cittadini responsabili che si assumano la loro pare di responsabilità. La democrazia chiede a ciascuno di noi di fare la sua parte", ha sottolineato.

"E' una piazza popolata principalmente di studenti" ha commentato Tommaso Biancuzzi, coordinatore della Rete degli Studenti Medi del Veneto. "In un territorio come quello del Nord Est non è scontato che i giovani siano consapevoli dell'importanza della lotta alle mafie, spesso non si è consapevoli neanche della loro presenza delle nostre regioni. Oggi abbiamo dimostrato che gli studenti credono nella legalità e nella possibilità di cambiare le cose".

A Padova percorso ha attraversato tutta la città, permettendo anche a tutte le scuole di Padova di partecipare. Al riguardo Marco Nimis, coordinatore della Rete degli Studenti Medi di Padova ha sottolineato: "Il problema non sono i migranti, sono i mafiosi: ecco perché è un vero orgoglio vedere una così elevata partecipazione da parte dei miei coetanei. Nei giorni precedenti alla manifestazione in tanti si sono spesi per creare questo momento e ancora di più sono stati quelli che hanno raccontato ai loro compagni il senso di questa giornata, creando assemblee e conferenze sul tema nei loro istituti".

E Palermo non è da meno. "Uniti si vince" si legge in un cartellone, "Il bene vince" recita un altro striscione con su impresse tante mani colorate. Ad animare il colorato corteo in cui sventolano le bandiere di Libera sono soprattutto gli studenti. Da ogni scuola della città e della provincia si sono dati appuntamento a piazza Bologni. "La mafia uccide, il silenzio pure" gridano in coro, mentre raggiungono i Quattro Canti, dove ad attenderli ci sono i familiari delle vittime di mafia. Tra loro anche Vincenzo Agostino, per la prima volta senza la moglie Augusta Schiera recentemente scomparsa. Indossa una maglia bianca con il ritratto di Augusta e del figlio Antonino, il poliziotto ucciso con la moglie Ida Castelluccio nel 1989. "Oggi sono qui anche per lei - dice -. Augusta è morta senza avere verità e giustizia, ma non si può vivere sperando che la giustizia arrivi nell'aldilà".

Oltre 10mila i partecipanti a Palermo, spiegano dall'organizzazione, che in un lungo serpentone hanno raggiunto piazza Verdi, per la lettura di circa 1.000 nomi di vittime innocenti delle mafie, semplici cittadini, magistrati, giornalisti, appartenenti alle forze dell'ordine, sacerdoti, imprenditori, sindacalisti, esponenti politici e amministratori locali morti per mano delle mafie solo perché, con rigore, hanno compiuto il loro dovere. E proprio sulla scalinata del Teatro Massimo si è costituito un 'ponte ideale' con Padova e l'intervento di don Luigi Ciotti.

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