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Congresso Ppe a Bucarest, Tajani: "Importante dialogo con Conservatori, non decidono Socialisti"

06 marzo 2024 | 17.12
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von der Leyen corre verso secondo mandato alla guida della Commissione Ue

Antonio Tajani
Antonio Tajani

E' partita dalla Romexpo di Bucarest, una fiera alla periferia nord della capitale rumena che ospita il congresso del Ppe, la corsa di Ursula von der Leyen per conquistare per la seconda volta la guida della Commissione Europea. A questo giro gareggia come ‘Spitzenkandidatin’, candidata di punta, non da coniglio estratto dal cilindro dei leader a sorpresa come nel 2019, quando Emmanuel Macron e Angela Merkel la nominarono dopo aver sapientemente ‘abbattuto’ a uno a uno, come i piccoli indiani di Agatha Christie, i vari Spitzenkandidaten indicati dai partiti nel Parlamento Europeo, che speravano così di ‘incanalare’ le scelte dei leader. Un tentativo andato a vuoto, anche per le indecisioni e le rivalità dei partiti Ue. A incoronare la politica della Bassa Sassonia, nata a Bruxelles, come ‘candidata di punta’ del Ppe, sia pure atipica dato che non si candida per un seggio in Aula, il congresso del partito, guidato proprio da quel Manfred Weber, bavarese, che nel 2019 i Popolari avevano candidato alla guida della Commissione.

Tajani: "Importante dialogo con Conservatori, non decidono Socialisti"

"Il dialogo con i Conservatori è importante. I Socialisti non possono pensare di essere coloro che decidono che cosa si deve fare in Europa, non essendo il primo partito". Lo dice il ministro degli Esteri e segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani, a margine del congress. "Mi auguro - continua Tajani - che si possa lavorare con l'Ecr, che si possa lavorare con i Liberali. Certamente non possiamo pensare che ci siano solo i Socialisti nelle istituzioni comunitarie. Ci sono altre forze, altre realtà: tra questi i Conservatori e i Liberali".

"Quindi vedremo: ci saranno i risultati elettorali, però bisogna, credo, avere la possibilità di confrontarci e discutere sui contenuti. Noi siamo europeisti, quindi non possiamo fare delle scelte che non siano scelte europeiste. Se i Conservatori, come dimostrato anche recentemente, sono per l'europeismo e l'atlantismo, siamo pronti a dialogare e a confrontarci", conclude.

Il programma dei lavori

Il Partito Popolare Europeo, primo partito dell’Ue e forse l’unico ad avere una robusta struttura continentale, si riunisce a congresso a Bucarest oggi e domani, per preparare le elezioni europee del 6-9 giugno, per adottare il manifesto del Ppe e per eleggere la candidata di punta del partito in vista delle europee. L’elezione è scontata: von der Leyen è l’unica candidata e sarà lei il nome del Ppe. Spazio, nel congresso, anche oer la maltese Roberta Metsola, presidente del Parlamento Europeo, che punta ad essere riconfermata alla guida dell’Aula nella prima parte della prossima legislatura.

Al di là degli Spitzen, chi ha davvero il pallino in mano delle nomine dei vertici Ue sono i capi di Stato e di governo: il Ppe ne conta dieci su 27, e presto potrebbero diventare 12, con le elezioni in Portogallo e la staffetta prevista in Bulgaria. Se le elezioni europee andranno come previsto, la riconferma di von der Leyen e di Metsola appare probabile, anche se, come insegna il 2019, non è mai detto che i leader seguano le indicazioni del Parlamento: decidere il pacchetto di punta è loro prerogativa esclusiva e hanno già dimostrato di non volersela far scippare. Cinque anni fa arrivarono al punto di indicare al Parlamento il suo presidente, raccomandando il socialista bulgaro Sergej Stanishev, propiziando così, involontariamente, l’elezione di David Sassoli.

Più interessante, probabilmente, sarà il manifesto del partito: come anticipato dal Mattinale Europeo, la bozza contiene una posizione piuttosto ‘hard’ sulle migrazioni. “Chiunque richieda asilo nell’Ue - si legge nel documento preparatorio - potrebbe anche essere trasferito in un Paese terzo sicuro e svolgere lì la procedura. In caso di approvazione, il Paese terzo sicuro darebbe protezione al richiedente asilo in loco”, cioè non nell’Ue. “Un accordo contrattuale verrebbe stipulato con il Paese terzo sicuro. I criteri usati per identificare i Paesi terzi sicuri saranno in linea con la Convenzione di Ginevra sui rifugiati e con la Convenzione europea sui diritti umani. Nessuna delle due - si sottolinea - prevede il diritto di scegliere liberamente il Paese che dà protezione”.

Ad aprire la giornata di oggi con il discorso del presidente del Pdl Nicolae Ciuca, del presidente del partito rumeno Rmdsz Hunor Kelemen e di Weber. A seguire discussioni a panel, stile Davos, su sicurezza e difesa, solidarietà tra generazioni ed economia e lavoro, dopodiché verrà presentato il manifesto del partito. Tra gli oratori si segnalano la popolare madrilena Isabel Diaz Ayuso e il lituano Andrius Kubilius, per due volte premier e oggi eurodeputato. Tra gli interventi, da segnalare quello di Antonio Tajani, vicepremier e ministro degli Esteri, Esteban Gonzalez Pons (eurodeputato del Partido Popular spagnolo), il commissario al Bilancio Johannes Hahn (Oevp, Austria), l’eurodeputato Siegfried Muresan (Pnl, Romania), il portoghese Paulo Rangel (Psd), la vicepresidente della Commissione Dubravka Suica (Croazia, Hdz), l’olandese Esther De Lange (Cda) e la bulgara Mariya Gabriel (Gerb). Infine verrà votato il manifesto del partito, prima che il segretario Bakolas concluda i lavori.

La seconda giornata, giovedì, verrà dedicata, invece, all’elezione della candidata di punta, Ursula von der Leyen. Sul palco saliranno i premier e vicepremier dei Popolari, insieme ai leader nazionali di opposizione. Parleranno, tra gli altri, il maltese Bernard Grech (Partit Nazzjonalista), la cipriota Annita Demetriou (Disy), il lettone Urmas Reinsalu (Isamaa), Janez Jansa (Sds, Slovenia), Boyko Borissov (Gerb, Bulgaria), Markus Soeder (Csu, Germania), Friedrich Merz (Cdu, Germania), Alberto Nunez Feijoo (Pp, Spagna. Luis Montenegro (Psd, Portogallo), impegnato in patria, manderà un videomessaggio. Weber poi introdurrà la candidata, che terrà un discorso, dopodiché si voterà, a scrutinio segreto. Seguiranno i discorsi dei vicepremier del partito, tra cui Tajani, e poi quelli dei capi di Stato e di governo: Petteri Orpo (Finlandia), Luc Frieden (Lussemburgo), Ulf Kristersson (Svezia), Nikos Christodoulides (Cipro), Karl Nehammer (Austria), Leo Varadkar (Irlanda), Andrej Plenkovic (Croazia), Donald Tusk (Polonia) e Kyriakos Mitsotakis (Grecia). Subito dopo sarà la volta della presidente del Parlamento Metsola e del presidente rumeno Klaus Iohannis. Infine, verrà annunciato il risultato del voto e la candidata terrà un altro discorso.

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