Gaza, media: "Colpito un minibus, uccisa famiglia di 11 persone"

Identificato il corpo dell'ostaggio restituito da Hamas: è il 75enne Eliyahu Margalit. Ancora 18 corpi rimangono ancora nella Striscia. Il governo israeliano vuole cambiare nome alla guerra di Gaza con "Guerra della Rinascita". Il valico di Rafah chiuso fino a domenica

Gaza, media:
18 ottobre 2025 | 08.17
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Un attacco israeliano su un veicolo civile a Gaza City ha causato la morte di 11 membri della famiglia Abu Shaaban, segnando la violazione più grave in otto giorni di cessate il fuoco con Hamas. Lo riporta Al Jazeera, secondo cui l’incidente è avvenuto ieri sera nel quartiere Zeitoun, quando un carro armato israeliano ha colpito il minibus della famiglia mentre tentava di raggiungere la propria abitazione. Tra le vittime ci sono sette bambini e tre donne, ha riferito Mahmoud Basal della Protezione Civile di Gaza, sottolineando che "avrebbero potuto essere avvertiti o affrontati in modo diverso" e che "quanto accaduto conferma che l’occupazione è ancora assetata di sangue e insiste nel commettere crimini contro civili innocenti".

Hamas ha condannato il raid definendolo un "massacro" e ha chiesto al presidente statunitense Donald Trump e ai mediatori internazionali di esercitare pressioni su Israele affinché rispetti l’accordo di cessate il fuoco. L’attacco è avvenuto mentre i soldati israeliani aprivano il fuoco su persone che avevano oltrepassato la cosiddetta "linea gialla", la demarcazione prevista dall’accordo. Molti palestinesi privi di accesso a internet - scrive l'emittente - ignorano dove le forze israeliane siano effettivamente posizionate lungo queste linee, aumentando il rischio per le famiglie. Il ministro della Difesa israeliano Israel Katz ha dichiarato che le linee gialle saranno presto chiaramente indicate per evitare confusioni.

Sul fronte degli aiuti umanitari, domenica dovrebbe riaprire il valico di Rafah, ma dovrebbe essere consentito solo il passaggio delle persone e non dei Tir. Intanto il governo israeliano vuole cambiare nome alla guerra di Gaza con "Guerra della Rinascita".

Il corpo restituito è di Margalit

Nella notte Hamas ha restituito a Israele il corpo di un altro ostaggio, identificato come Eliyahu "Churchill" Margalit, 75enne ucciso da Hamas il 7 ottobre 2023 nel Kibbutz Nir Oz. Lo ha confermato il Forum delle Famiglie degli Ostaggi. Attualmente, diciotto corpi rimangono ancora nella Striscia di Gaza. Hamas ha comunicato che il recupero delle salme potrebbe richiedere tempo, poiché alcune sono stati sepolti nei tunnel distrutti dalle operazioni israeliane e altri si trovano sotto le macerie di edifici bombardati.

Dopo essere stato assassinato, Margalit era stato portato a Gaza. L’esercito israeliano aveva annunciato il 1° dicembre 2023 la sua morte, sulla base di "riscontri e informazioni di intelligence", riporta il Times of Israel.

Margalit era molto conosciuto nella comunità del kibbutz, dove si occupava da anni del bestiame ed era appassionato di cavalli. Secondo quanto riferito dai familiari, quella mattina si era alzato presto per andare a nutrire i suoi cavalli, che sono stati anch’essi portati via con lui. Sua figlia, Nili Margalit, 40 anni, era stata rapita anche lei rapita il 7 ottobre e successivamente liberata dalla prigionia il 30 novembre. Eliyahu lascia la moglie Daphna, i figli Noa, Danny e Nili, e tre nipoti.

Netanyahu: "Non risparmieremo alcuno sforzo per riportare tutti ostaggi"

L’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha esortato Hamas a rispettare l’accordo di cessate il fuoco e a restituire i resti degli altri ostaggi uccisi ancora trattenuti nella Striscia di Gaza. "Non faremo compromessi… e non risparmieremo alcuno sforzo fino a riportare tutti gli ostaggi caduti, fino all’ultimo". Israele ha sottolineato di essere "determinato, impegnato e al lavoro senza sosta" per restituire tutti gli ostaggi morti, aggiungendo che Hamas è "tenuta a rispettare i propri impegni verso i mediatori e restituirli come parte dell’attuazione dell’accordo".

Witkoff: "Ci siamo sentiti un po' traditi da Israele dopo attacco a Doha"

"Ci siamo sentiti un po’ traditi.” Così Steve Witkoff, inviato speciale degli Stati Uniti, ha descritto i sentimenti tra le fila dell’amministrazione Trump subito dopo l’attacco ordinato contro i leader di Hamas a Doha ordinato dal primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu. Parlando a Cbs, Witkoff ha spiegato che l’operazione militare israeliana ha compromesso gravemente i negoziati in corso: "Ha avuto un effetto metastatico, perché i qatarioti erano fondamentali per la mediazione, così come egiziani e turchi. Abbiamo perso la fiducia dei qatarioti, e Hamas è scomparso dalla scena, rendendo impossibile qualsiasi contatto".

A fianco di Witkoff, anche Jared Kushner - genero e consigliere del presidente Donald Trump - ha criticato la mossa israeliana, rivelando che lo stesso Trump ha iniziato a pensare che "gli israeliani stessero un po' andando fuori controllo". Secondo Kushner, quell’episodio ha segnato un punto di svolta per il presidente americano, in cui "ha capito che era il momento di essere molto più fermi e di impedire che Israele agisse in modi che non riteneva nel suo interesse a lungo termine".

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