L'eurodeputato avverte: "Senza riforme l'ingresso nell'Ue sarà impossibile. La presidente, troppo timida, e diversi leader non spingono per adeguare la struttura istituzionale dell'Unione all'ingresso di nuovi membri".
												Senza riforme, l'allargamento dell'Ue sarà semplicemente "impossibile". Ne consegue che la presidente della Commissione Europea Ursula von der Leyen e diversi capi di Stato e di governo, assai restii a spingere per una riforma delle regole di funzionamento dell'Unione che permetta di accogliere nuovi membri senza cadere nella paralisi, stanno semplicemente "mentendo" all'Ucraina, i cui cittadini combattono contro gli invasori russi per poter entrare nell'Ue. Una "menzogna" che è "particolarmente grave", perché ucraini e moldavi vogliono entrare in una Unione "che funzioni", senza dover fare anni di anticamera, magari declassati ad europei "di serie B". A dirlo all'Adnkronos, alla vigilia della relazione annuale sull'allargamento dell'Ue che verrà approvata domani dal collegio dei commissari, è l'eurodeputato di Renew Europe Sandro Gozi, eletto in Francia, relatore del Parlamento per le conseguenze istituzionali dell'allargamento dell'Unione.
E' largamente riconosciuto che l'Ue, che già fatica molto a funzionare a 27 (tanto che ormai le conclusioni sull'Ucraina vengono approvate sistematicamente a 26), si arenerebbe con un ulteriore aumento degli Stati membri, ognuno con il suo diritto di veto. "E' evidente - dice Gozi - che, se non ci sono le riforme, von der Leyen e vari leader in Consiglio Europeo stanno mentendo all'Ucraina, perché senza riforme è impossibile allargare".
E quindi, prosegue Gozi, "chi proclama imminenti adesioni di nuovi Paesi e, allo stesso tempo, ritiene di dover conservare lo status quo, mente". Si tratta, sottolinea, di "una menzogna che è politicamente estremamente grave, nei confronti di quei popoli che vogliono aderire a questa Unione Europea. Vogliono aderire a un'Unione Europea che funzioni, non vogliono essere messi nella sala d'attesa".
Si dice che la Commissione voglia rimediare inserendo nei futuri trattati di allargamento clausole come un periodo di prova o il divieto di usare il veto per i nuovi entrati, cosa che creerebbe due categorie di Stati membri. Per Gozi, questa idea è semplicemente "priva di senso: noi non l'accetteremo". Bisognerà vedere se "veramente questa è la via" che la Commissione von der Leyen percorrerà, "ma è assolutamente l'approccio sbagliato".
Già oggi, ricorda, l'Unione Europea "non funziona in maniera efficace e democratica a 27. Non è certo creando categorie di Paesi di serie A e di serie B che può funzionare meglio". Semplicemente, la prospettiva dell'allargamento "rende ancora più evidente a tutti la necessità di riformare". Dunque, "anziché perdere tempo a inventarsi categorie di Paesi, tra l'altro con vie giuridiche molto, molto incerte e discutibili, a prima vista, dobbiamo aprire il discorso delle riforme".
L'approccio del Parlamento, che ha approvato una risoluzione d'iniziativa su questo tema, per Gozi è "assolutamente pragmatico". Perché, spiega, non viene chiesta "una profonda revisione dei trattati", bensì si chiede di "sfruttare pienamente i trattati esistenti". Il Parlamento vorrebbe "dare la possibilità di rendere più facile, più semplice, più ordinario il ricorso alle clausole di flessibilità, cioè quelle clausole che danno la possibilità ad un gruppo di Paesi di accelerare la loro integrazione, se lo ritengono, senza essere bloccati dagli altri, ma senza neppure obbligare gli altri a seguire lo stesso ritmo".
Già oggi, a trattati invariati, sottolinea l'eurodeputato, "questo è possibile". E dunque, questo dovrebbe essere "l'approccio strategico" della Commissione. E' poi "evidente", continua, che "ci sono delle revisioni specifiche dei trattati che sono assolutamente inevitabili". La prima è l'articolo 7 sulla prevenzione e le sanzioni per violazione dello Stato di diritto: "È evidente che quell'articolo, così come oggi, è inutilizzabile", dato che prevede l'unanimità a 26 per sospendere il diritto di voto in Consiglio di un Paese. Per Gozi "un approccio di questo genere", cioè prevedere un periodo con diritti ridotti per i nuovi entrati, "è profondamente sbagliato".
Tutt'altra cosa, osserva Gozi, "sarebbe dire che, nell'Unione riformata, i Paesi dell'allargamento si integrano progressivamente nel mercato unico", magari aprendo "un po' di più il mercato unico già ora". Ma avere una "governance" con Paesi "di serie A e di serie B è assolutamente l'approccio sbagliato". Tra l'altro,"sarebbe inefficace, perché poi prima o poi il tema delle riforme verrà posto. Non capisco perché dobbiamo rimandare qualcosa che è comunque inevitabile, se non vogliamo la paralisi dell'Unione Europea".
Una riforma fattibile già oggi, senza toccare i trattati, cosa che richiederebbe l'unanimità, sarebbe prevede la maggioranza qualificata, anziché l'unanimità come oggi (il che blocca l'apertura dei negoziati sui singoli capitoli per Ucraina e Moldova, a causa del veto dell'Ungheria), per i passaggi intermedi del processo di adesione, conservando l'unanimità per le decisioni politicamente più rilevanti, come il sì o il no all'ingresso di un Paese nell'Ue. E' una cosa che si può già fare, "anche se l'Ungheria si oppone". Ma occorrerebbe una "forte pressione politica", che la Commissione non esercita.
Perché, ricorda Gozi, "quello che è necessario è l'unanimità per lanciare il processo di adesione e per chiuderlo, non nelle tappe intermedie. Noi siamo convinti di questo: sarebbe necessario procedere, perché giuridicamente è assolutamente possibile fare quello che dobbiamo fare senza modificare nulla, attraverso una nuova interpretazione delle regole".
Tuttavia, la Commissione guidata da Ursula von der Leyen esita molto a spingere per le riforme, per non contrapporsi agli Stati, molti dei quali vogliono conservare il diritto di veto, strumento spesso utilizzabile nei negoziati sui singoli dossier. Secondo Gozi, andando avanti così "si rischia grossissimo".
Per Gozi "von der Leyen, se continua in questa posizione assolutamente timida e poco coraggiosa, si assume una responsabilità storica. Lei si è assunta degli impegni in occasione del dibattito sullo Stato dell'Unione. Per me questo è decisivo".
Vale a dire che, avverte Gozi, "se von der Leyen non comincia ad affrontare il tema delle riforme, per me personalmente sarà molto difficile continuare a sostenerla. Quindi, mi ritengo libero, anche nei prossimi voti che mettono in gioco von der Leyen e la Commissione, di tirare le mie conseguenze. È una cosa gravissima ed è un passaggio molto importante. Io certamente - sottolinea - non posso essere complice di un approccio che porta alla paralisi dell'Unione Europea, per la mancanza di coraggio di von der Leyen a esercitare il suo mandato".
Quindi, aggiunge, "vediamo", ma von der Leyen dovrebbe fare molta "attenzione". Per Gozi il Parlamento Europeo, "ha adottato un atto politico molto importante con una risoluzione d'iniziativa" sulle riforme necessario per l'allargamento. Molti ritenevano che in questo nuovo Parlamento fosse "impossibile" compattare una maggioranza pro-europea sul tema delle riforme per allargare l'Unione. "E invece ce l'abbiamo fatta, e io credo che anche questa sia una responsabilità di Ursula von der Leyen".
Vale a dire che, "se von der Leyen nella strategia per l'allargamento ignora la sua maggioranza, che qualche giorno fa le ha indicato la via delle riforme nel funzionamento dell'Unione per unificare il continente, il problema è suo. E' lei che dovrà spiegarci perché non segue le indicazioni, che sono, tra l'altro, priorità che avevamo già indicato nel 2024, quando abbiamo avviato la legislatura". Quindi "certamente chiederemo a von der Leyen perché, su un punto così esistenziale per l'Unione Europea, lei ritiene di ignorare la posizione del Parlamento e di schiacciarsi su uno status quo che è in realtà l'inizio della paralisi e dello smantellamento dell'Unione Europea", conclude.