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Lirica: Emma Dante, 'Palermo e la morte nel mio Angelo di fuoco'

17 maggio 2019 | 17.23
LETTURA: 5 minuti

Foto Yasuko Kageyama
Foto Yasuko Kageyama

di Pippo Orlando

C'è sempre un po' della sua Palermo in ogni spettacolo di Emma Dante. E 'L'Angelo di fuoco' di Prokof'ev, che la regista firma per il Teatro dell'Opera di Roma (in scena il 23 maggio), non sfugge alla regola. "La morte è in qualche modo un elemento centrale dell'opera e per questo nell'ultimo atto ho ricreato Palermo con le sue catacombe dei Cappuccini, che sono un vero e proprio trionfo della morte. Ma anche nelle scenografie degli altri atti ci sono elementi in pietra e loculi che attraggono i personaggi" incapaci di distinguere tra vita e morte, spiega la Dante all'Adnkronos, affermando di avere avuto "santa pazienza, dove è importantissima la parola santa", per mettere in scena un testo "pieno di incongruenze, privo di un vero e proprio filo narrativo che consenta al pubblico, ma anche al regista, di raccapezzarsi. E' tutto molto schizofrenico. Poi ci si diverte anche a metterlo in scena perché è una vera sfida".

L’opera, su libretto dello stesso compositore tratto da un romanzo di Valerij Brjusov, è ambientata nella Germania del '500 tra monache, streghe, demoni, premonizioni. La composizione viene completata tra il 1922 e il 1925, ma per la trama simbolista e blasfema e per la veemenza allucinata della musica, viene eseguita solo nel 1954 al Théatre des Champs-Elysées di Parigi in forma di concerto, un anno dopo la morte di Prokof'ev. Il primo allestimento in forma scenica arriva nel 1955 al Festival Internazionale di Venezia con la direzione di Nino Sonzogno e la regia di Giorgio Strehler. All'Opera di Roma è andata in scena una sola volta, nel 1966.

'L'angelo di fuoco' ruota intorno alla figura di Renata, della sua follia e del suo rapporto ossessivo e possessivo con l'angelo (che è anche il diavolo) e che al Costanzi sarà interpretato da un danzatore di breakdance: "La scena è un ventre sotterraneo e i ballerini di breakdance lavorano sempre con le gambe verso l'alto. Mi piaceva l'idea che l'angelo provasse a stare sempre con i piedi verso il cielo", spiega Emma Dante che della protagonista dell''Angelo di fuoco' dice: "E' un personaggio accattivante, schizofrenico e capace di trascinare nella sua pazzia tutto ciò che la circonda. Ha visioni, è posseduta dal diavolo e subito dopo è benedetta dall'angelo. C'è in lei un andirivieni emotivo che aiuta moltissimo nella comprensione dell'opera, sempre che lo spettatore sia disposto da accettare questa altalena delle emozioni e dei sentimenti".

E la regista, da sempre attenta all'universo femminile, dice: "Anche qui ho cercato di dare voce a questa donna e ho trovato il modo di parlare di lei. Renata - osserva la Dante - è una donna che desidera e vuole possedere carnalmente gli uomini che ama, una caratteristica che di solito si attribuisce al maschio. Per questo viene condannata al rogo. Io invece la trasformo in martire e in santa perché secondo me il desiderio carnale, sia di un uomo, sia di una donna, è una cosa benedetta".

Sul podio torna Alejo Peres, con cui la Dante ha già lavorato, sempre all'Opera di Roma, nella 'Cenerentola' di Rossini: "E' bravissimo, un grande musicista oltre che una persona seria e di assoluto rigore, abbiamo un'intesa straordinaria", dice la regista, che ai primi di giugno tornerà alle riprese del suo prossimo film 'Le sorelle Macaluso', trasposizione per il grande schermo scritta a sei mani (Dante, Elena Stancanelli e Giorgio Vasta), dell'omonima pièce teatrale, e che uscirà nelle sale nel 2020 per Teodora Film. "Le riprese sono quasi finite - dice - devo solo girare per un'ultima settimana e poi farò il montaggio e la postproduzione. Ma ancora è presto per parlarne".

Il cast dell''Angelo di fuoco' vede Leigh Melrose nel ruolo di Ruprecht, Anna Victorova in quello della padrona della locanda, Ewa Vesin e Elena Popovskaya (1 giugno) in quello di Renata, Mairam Sokolova sarà L’indovina e La madre superiora, Sergey Radchenko, Agrippa von Nettelsheim, Petr Sokolov Mathias Wissmann, Maxim Paster Mefistofele e Goran Jurić l’inquisitore. Nel cast anche i talenti del progetto 'Fabbrica' Young Artist Program del Teatro dell’Opera Domingo Pellicola (Jakob Glock), Murat Can Guvem (Un medico), Andrii Ganchuk (Johann Faust), Timofei Baranov (L’oste). Dopo la 'prima' di giovedì 23 maggio alle 20, l’opera sarà replicata domenica 26 (ore 16.30), martedì 28 (ore 20), giovedì 30 (ore 20) e sabato 1 giugno (ore 18).

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