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Iraq: frammentazione etnica e religiosa all'origine delle violenze/scheda

16 giugno 2014 | 15.40
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(Aki) - L'escalation di violenza a cui si assiste in questi giorni in Iraq e' il frutto della frammentazione etnica e religiosa che da sempre contraddistingue il paese. L'etnia dominate e' quella araba che rappresenta circa il 75% della popolazione. C'e' poi, concentrata nelle aree di confine con Siria e Turchia, una folta minoranza curda, che rappresenta circa il 17% della popolazione. Altre minoranze etniche consistenti sono quella turkmena (il 3% circa della popolazione), quella assira e quella persiana (il 2% circa ciascuna). Armeni, circassi, shabak e mandei rappresentano insieme poco piu' dell'1%.

Dal punto di vista religioso, la componente cristiana e' andata progressivamente assottigliandosi nell'ultimo decennio, tanto che oggi l'Islam e' la fede del 99% degli iracheni. I crisiani non superano lo 0,8%, mentre mandei e altri gruppi relgiosi minori rappresentano insieme lo 0,1% della popolazione. Tra i musulmani, gli sciiti sono in netta maggioranza, rappresentando tra il 60 e il 65% della popolazione e oggi sono anche la setta dominante in politica, con il premier Nuri al-Maliki al suo terzo mandato. I sunniti, al potere sotto Saddam Hussein, sono tra il 32 e il 33% della popolazione.

Dal punto di vista linguistico, l'arabo e' la lingua ufficiale in tutto il paese, mentre il curdo e' lingua ufficiale (insieme all'arabo) nella regione autonoma del Kurdistan iracheno. L'aramaico, un tempo lingua dominante nella regione, e' parlato solo dalla minoranza assira. La lingua azera e' parlata da piccole sacche della popolazione nel nord, mentre nelle zone sul confine con l'Iran e' diffuso il persiano.

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