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Iraq: leader religiosi, nemmeno Genghis Khan come Stato islamico

07 agosto 2014 | 16.06
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Baghdad, 7 ago. (Adnkronos/Aki) - Donne vendute come schiave sessuali, bambini lasciati morire per fame e sete, esponenti di minoranze religiose uccisi a freddo per non aver rinunciato alla propria fede. ''Nemmeno Genghis Khan aveva fatto tanto'', denunciano i leader religiosi iracheni in riferimento alle violenze perpetrate dallo Stato islamico nel nord del Paese. Tra le minoranze colpite spiccano i cristiani, gli yazidi, gli sciiti.

''Veniamo massacrati. Stiamo per essere sterminati. Un'intera religione sta per essere eliminata dalla faccia della Terra. In nome dell'umanità, salvateci'', dice Vian Dakhil, unica deputata della minoranza yazida nel Parlamento iracheno, in un video diffuso dal Washington Post. ''Ci sono bambini che stanno morendo per le strade, sulle montagne'', dove gli esponenti della comunita' yazida sono fuggiti dopo che i jihadisti dello Stato islamico hanno conquistato domenica Sinjar, denuncia il rappresentante dell'Unicef in Iraq Marzio Babille.

Nel mirino dei jihadisti c'è poi la minoranza cristiana in Iraq. ''Tutti i villaggi cristiani della piana di Niniveh sono caduti nelle mani dello Stato islamico'', ha denunciato ad Aki - Adnkronos International l'arcivescovo di Baghdad, Saad Siroub, lamentando ''l'impotenza del governo iracheno di fronte all'avanzata'' dei jihadisti.

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