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Terrorismo: Is lancia concorso su Corano, donne in premio a vincitori

07 luglio 2015 | 11.11
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Terrorismo: Is lancia concorso su Corano, donne in premio a vincitori

Donne in premio a chi recita meglio il Corano. E' l'ultima delle iniziative dell'autoproclamato Stato islamico (Is) in occasione del mese sacro di Ramadan, secondo quanto ha potuto verificare l'Osservatorio per le fatwa takfiriste e le opinioni estremiste, che fa parte della Dar al-Iftaa egiziana, l'istituto che si occupa di diffondere le 'fatwa', ossia i pareri religiosi, in Egitto.

L'Osservatorio ha monitorato diversi casi di giovani donne date in premio ai miliziani in occasione dei cosiddetti 'concorsi' di recitazione a memoria del Corano, molto comuni durante il mese del digiuno. La memorizzazione del Corano è considerata un atto meritorio e lo Stato islamico ha pensato bene di premiare i migliori recitatori con una delle 'merci' preferite dai miliziani.

"La donna per l'Is è una merce che si vende, si compra e si regala a chi vince un concorso, umiliandola e spogliandola della sua umanità", ha affermato l'Osservatorio, come si legge sul sito della tv Al-Arabiya. Queste pratiche "esprimono bene l'ideologia dell'Is" che si basa sullo "sfruttamento della donna e il suo utilizzo come mezzo privilegiato per attirare combattenti e garantire la loro fedeltà e continuità nei combattimenti", ha aggiunto l'Osservatorio.

Sottolineando l'importanza delle testimonianze di quelle donne che sono riuscite a fuggire dal sedicente califfato islamico, a fronte dei rapporti che parlano di "un aumento delle donne che si uniscono all'Is dai Paesi europei e dagli Stati Uniti", l'Osservatorio ha fatto appello a "mettere a nudo la verità su questa organizzazione e sulla natura dei suoi obiettivi e della sua agenda" e quindi "sulla sua visione della donna e sul modo in cui viene trattata".

Questo soprattutto perché "unirsi all'Is è un passo da cui non si può tornare indietro", in quanto "nella maggior parte dei casi tornare indietro significa trovare la morte per mano dei miliziani stessi".

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