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Italia secondo mercato europeo per il biogas, terzo mondiale dopo la Cina

Italia secondo mercato europeo per il biogas, terzo mondiale dopo la Cina
03 marzo 2014 | 11.03
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Il biogas agro zootecnico italiano prosegue nel suo processo di consolidamento. Con oltre mille impianti per una potenza installata che supererà a breve i mille megawatt elettrici, l'Italia si conferma secondo mercato europeo dopo la Germania, e terzo mondiale dopo la Cina. Soltanto con la produzione di energia elettrica rinnovabile, il settore della 'digestione anaerobica' è in grado di innescare al 2020 un valore economico di 3,2 miliardi di euro al netto degli incentivi, secondo lo studio Althesys che tiene conto anche dei benefici ambientali.

Il comparto in prospettiva, dopo il via libera del governo dello scorso dicembre all'incentivazione del biometano, potrebbe rappresentare un risparmio di 1,6 miliardi di metri cubi di importazioni di biocarburanti e un potenziale produttivo al 2030 di 8 miliardi di metri cubi, pari al 10% del consumo nazionale di gas naturale. Il Cib, Consorzio Italiano Biogas, ha tracciato oggi le prospettive del settore nel corso della sua assemblea annuale, che ha riunito alla Fiera di Cremona i suoi oltre 400 soci, in rappresentanza della filiera della digestione anaerobica in agricoltura.

"Il biogas agricolo - dichiara Piero Gattoni, presidente del Cib - in questi anni di crisi ha sostenuto in modo equilibrato e sinergico l'attività agricola e ha rappresentato un forte valore aggiunto alla green economy. La nostra classe dirigente deve saper sostenere questo potenziale di sviluppo con una legislazione chiara e certa".

"Al nuovo primo ministro Matteo Renzi e ai ministri di riferimento Maurizio Martina per le politiche Agricole, Federica Guidi per lo Sviluppo Economico e Gianluca Galletti per l'Ambiente chiediamo solo pochi provvedimenti, ma certi e immediati per cogliere questa grande opportunità di crescita economica, sociale e ambientale per il Paese", aggiunge Gattoni.

Il Cib chiede in particolare uniformità su tutto il territorio nazionale sull'uso e la classificazione del digestato, il sottoprodotto della digestione anaerobica, un importante fertilizzante che riduce la dipendenza dell'agricoltura dai concimi chimici. Sul biometano, dopo il via libera al decreto interministeriale dello scorso dicembre, si attendono le delibere dell'Autorità e le varie regole applicative in tempi utili per permettere alle aziende italiane di cogliere l'opportunità data dall'Expo 2015.

"Il nostro settore - conclude Piero Gattoni - può rappresentare per l'Italia l'opportunità di creare una leadership a livello mondiale nella green economy, grazie a una delle reti del gas più diffuse e un sistema di generazione elettrica tra i più moderni".

Il biogas italiano si è sviluppato in modo equilibrato in sinergia con l'attività agricola. In Lombardia, prima regione in Italia dove si concentra un terzo degli impianti, come attestato dai risultati dell'indagine Ecobiogas condotta dal Gruppo Ricicla Disaa dell'Università di Milano e dalla Regione Lombardia, si utilizzano per lo più effluenti zootecnici (50%) e sottoprodotti agricoli (20%) in linea con i dettami del manifesto "Il Biogas fatto bene" adottato dal Cib.

Il ricorso alle colture energetiche, in termine di Sau (superficie agricola utilizzata), non va oltre il 4%, una percentuale che continua a decrescere per effetto di un sistema incentivante che favorisce l'utilizzo dei sottoprodotti ed è comunque inferiore alla superficie agricola dismessa tra il 1990 e il 2010 (-14% della Sau). Il potenziale del biogas italiano è di 8 miliardi di metri cubi di gas metano equivalenti, che equivale al 10% del fabbisogno annuo di gas naturale in Italia.

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