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"La divisa è odiata, ora non piangeteli", il post che scatena Fb

05 ottobre 2019 | 09.23
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Immagine di repertorio (Fotogramma)
Immagine di repertorio (Fotogramma)

"Le manette solo in caso di "evidente e concreta pericolosità del soggetto", altrimenti non vanno utilizzate. Anche se il "soggetto" è un fermato, come si dice in gergo. Le fascette in plastica? Per amor del cielo. Certo, le usano le polizie di tutta Europa. Ma in Italia, no. Sarebbe da fascisti. Se li addestriamo a usare bene le armi, alla difesa personale, all'uso di nuove tecniche di immobilizzazione e "messa in sicurezza" stiamo allevando dei fanatici. Se usano le camere di sicurezza "senza che vi siano misure coercitive in atto" commettono un abuso. La verità è che la morte dei due agenti a Trieste è figlia di una mancata presa di responsabilità dello Stato italiano". Inizia così il post pubblicato su Facebook dal giornalista Giancarlo Palombi che commenta la sparatoria avvenuta ieri in questura a Trieste, dove sono morti due poliziotti poco più che trentenni: l'agente Pierluigi Rotta e l'agente scelto Matteo Demenego.

"Figlia del politicamente corretto, dell'abbandono, del "Collé, non lo ammanettare. Pure se è agitato, finisce che qualcuno ci filma col cellulare e finiamo sotto". Perché, amici miei, non abbiamo superato un cazzo - sottolinea Palombi -. Perché in Italia, dopo il '45, ideologicamente, è stata alimentata la paura per la divisa. Nera, grigia, blu. È pur sempre una divisa: deve essere odiata. Non piangeteli ora. Evitate alle famiglie questa ipocrisia. L'Italia è piena di Matteo e Pierluigi. Chi lavora con una divisa va aiutato da vivo. Non commiserato da morto".

Parole, quelle del giornalista, che in poche ore hanno scatenato decine di commenti. "Bravo, complimenti, parole sante" scrivono in molti sotto al post. "Pierluigi era un amico - commenta un altro -. Ancora non ci credo". E poi: "Su questo sono d'accordo è inutile piangere dopo - osserva un utente -. hanno a che fare con malavitosi, delinquenti tutti i giorni, hanno diritto a tutelarsi e tutelarci altrimenti non chiamateli forze dell'ordine".

Nadia, invece, commenta: "Certamente ma un po' di parte la sua opinione. Le verità assolute non esistono! Non possiamo dimenticare i casi di Cucchi, Aldrovandi, Uva, Genova .....e tanti altri. Personalmente anche a me è capitato di incappare in 'poliziotti' arroganti solo perché avevano la divisa e potevano esercitare il loro potere in modo arbitrario. E questo non perché fossero fascisti, onestamente non me la sono mai posta la questione politica di che cosa votassero i poliziotti. Per me devono svolgere il loro lavoro con la massima serietà, cosa che immagino facciano i più, cercando di non 'strafare', situazione difficile, da gestire. Credo proprio che abbiano sbagliato e purtroppo questo errore gli è costato caro!"

"Certo se lo porta a in bagno bendato e ammanettato forse non succedeva, però - scrive Antonio - apriti cielo altro che interrogazioni parlamentari. Basta guardare quando fermano qualcuno in pubblico, c’è sempre qualcuno che filma e accusa. Facciamoci un bell'esame di coscienza".

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