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Comunicato stampa

La lavorazione industriale dei tessuti

23 settembre 2021 | 10.00
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La lavorazione industriale dei tessuti

Carvico (BG) – 23/09/2021 - Il settore della produzione tessuti con il passare degli anni ha conosciuto una notevole evoluzione, grazie all’introduzione di macchinari sempre più all’avanguardia dal punto di vista tecnologico che hanno reso le lavorazioni più veloci, più efficienti e più sicure. Basti pensare, per esempio, alla filatura, per la quale si è passati da strumenti grezzi alla filatura compatta. La storia della tessitura è stata contraddistinta dall’introduzione del telaio Jacquard, avvenuta alla fine del XVIII secolo, grazie a cui è stato possibile provvedere alla realizzazione di disegni molto più elaborati rispetto al passato.

Le innovazioni dell’ultimo secolo

Se fino agli anni Settanta del secolo scorso per l’inserimento della trama si faceva riferimento alla cosiddetta navetta, cioè un dispositivo in cui era contenuto il filato di trama, nel corso dell’ultimo mezzo secolo si è optato per strumenti decisamente più innovativi, e oggi l’inserimento può avvenire a proiettile, ad aria, ad acqua o a pinze. Un ruolo decisivo, poi, è quello svolto dalla stampa digitale, che in un primo momento veniva adoperata unicamente per le campionature, mentre oggi è molto diffusa ed è chiamata in causa anche per la produzione tessuti in lotti significativi.

Attenzione all’ecosostenibilità

Da qualche anno a questa parte, poi, anche nel settore tessile, così come in tutti gli altri campi industriali, le lavorazioni e le fasi di produzione si sono dovute adeguare alla necessità di prestare attenzione all’ambiente. L’ecosostenibilità non è più un principio aleatorio, ma un valore che orienta il modus operandi delle aziende più virtuose: è il caso, per esempio, di Carvico e Jersey Lomellina che nel corso dei propri processi produttivi tutelano il più possibile l’ambiente e i propri dipendenti, rispettando i precetti della moda etica. Ma sul piano ecologico ridurre l’impatto ambientale vuol dire guardare non solo alla fase di produzione, ma anche alla possibilità di adottare nuovi tessuti ecocompatibili.

La produzione digitale

La cosiddetta industria 4.0 è entrata a far parte anche del settore tessile e ha comportato una consistente e benefica digitalizzazione della produzione. Gli esempi che si possono menzionare sono molteplici, come la comunicazione fra i sistemi informatici e le macchine, ma anche la stampa 3D e più in generale l’integrazione fra i sistemi. Si tratta di processi in grado di garantire dei miglioramenti importanti non solo dal punto di vista della qualità, ma anche sul piano della quantità, e dunque della resa produttiva.

La produzione del tessuto a maglia

Il ricorso alle macchine rettilinee per maglieria è indispensabile quando si deve provvedere alla cosiddetta smacchinatura, che consiste nella produzione del tessuto a maglia. Una volta che sono stati realizzati, i tessuti sono lasciati a riposo per una giornata intera in modo che possano ritrovare il proprio rientro naturale, visto che il processo di tessitura comporta in modo inevitabile degli allungamenti e delle tensioni. Ovviamente molto dipende dalla tipologia e dalle caratteristiche del tessuto: quelli che sono realizzati con filati cardati, per esempio, richiedono un processo di follatura finale, che consiste in una serie di lavaggi in acqua che ha lo scopo di mettere in risalto la loro morbidezza. Con l’uso della pressa da stiro a vapore, invece, viene effettuato il pre-stiro, in modo che le dimensioni dei diversi tessuti possano essere stabilizzate in vista della fase di confezione.

La cucitura

Prima della cucitura è necessario il taglio, che può essere eseguito a macchina o a mano, con forbici elettriche o manuali e stampi in cartone. Si arriva, quindi, alla fase di cucitura, che permette di assemblare le diverse parti del modello: i bordi, le maniche, la schiena, e così via. Questo è anche il momento in cui le parti deformate o che risultano molto usurate devono essere rinforzate, per esempio con l’inserimento nel coppino e nelle spalle di una fettuccia di rinforzo. I macchinari che vengono adoperati in questa fase comprendono le rimagliatrici e le macchine tagliacuci: come è facile intuire, il loro utilizzo richiede la competenza di personale qualificato.

I trattamenti di finissaggio tessile

Grazie ai trattamenti di finissaggio si ha la possibilità di intervenire sulle caratteristiche delle fibre tessili e dei tessuti allo scopo di migliorarle. L’obiettivo non è solo quello di arrivare a un aspetto estetico più accurato, che pure è importante, ma anche di garantire una maggiore resistenza al lavaggio e agli strappi. La materia prima, per quanto possa essere di qualità, ha sempre e comunque bisogno di trattamenti accurati quando si parla di finissaggio, di nobilitazione e di candeggio. I più importanti sono di tipo chimico, fermo restando che il taglio e la stenditura non possono che essere meccanici. Mentre la tintura consente di legare alle fibre del tessuto un colorante reattivo, il mercerizzo serve a cambiare il volume e la lunghezza delle fibre del cotone: un risultato che si può ottenere facendole reagire con la soda caustica. Vale la pena di citare anche il termofissaggio, che serve ad accrescere la stabilità dei trattamenti applicati.

Contatti

CARVICO S.p.A.

Via Don A. Pedrinelli, 96

24030 – Carvico (BG) Italia

Tel: +39 035 780 111

Fax: +39 035 780 157

Mail: info@carvico.com

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