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La pensione dalla A alla Z, la guida completa

20 ottobre 2016 | 09.49
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Durante l'arco della sua vita, il lavoratore rinuncia a una quota della retribuzione garantendosi una rendita per il futuro. Questa sorta di "salario differito" noto come pensione di vecchiaia, è un trattamento previdenziale per quando il lavoratore non sarà più in grado di lavorare. La prestazione, ricorda 'Studio Cataldi' viene erogata a tutti i lavoratori dipendenti e autonomi iscritti all'Ago, l'assicurazione generale obbligatoria e alle forme esclusive, sostitutive, esonerative e integrative della stessa, nonché alla Gestione separata.

Per usufruirne, il lavoratore deve aver raggiunto l'età stabilita dalla legge e perfezionato l'anzianità contributiva e assicurativa richiesta. I contributi versati nel corso della vita lavorativa determinano una rendita mensile il cui importo dipende dal numero e dall'entità dei contributi. Per quanto riguarda invece la pensione anticipata, si tratta di un tipo di pensionamento anticipato per i lavorati che vantano un numero di anni di contribuzione maggiore.

Sono molte le riforme che negli anni hanno interessati le pensioni, modificando i requisiti necessari per accedervi e in particolare l'età e il minimo di anni di contributi. Dal primo gennaio 2012, i soggetti in possesso di anzianità contributiva al 31 dicembre 1995 potranno conseguire la pensione di vecchiaia in presenza di un'anzianità contributiva minima pari a 20 anni, costituita da contributi versati o accreditati a qualsiasi titolo. Quanto all'età anagrafica richiesta, a fissarla è stata fissata dalla Legge Fornero (D.L. 201/2011).

Per accedere alla pensione di vecchiaia è necessario essere in possesso dei seguenti requisiti anagrafici:

1 - Lavoratrici dipendenti assicurate al Fpld dell'Ago, nonché assicurate al Fondo FS e al Fondo quiescenza Poste:

Dall'1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2012: 62 anni

Dall'1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2013: 62 anni e 3 mesi

Dall'1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2015: 63 anni e 9 mesi

Dall'1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2017: 65 anni e 7 mesi

Dall'1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2018: 66 anni e 7 mesi

Dall'1 gennaio 2019: 66 anni e 7 mesi

2 - Lavoratrici autonome e gestione separata:

Dall'1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2012: 63 anni e 6 mesi

Dall'1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2013: 63 anni e 9 mesi

Dall'1 gennaio 2014 al 31 dicembre 2015: 64 anni e 9 mesi

Dall'1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2017: 66 anni e 1 mese

Dall'1 gennaio 2018 al 31 dicembre 2018: 66 anni e 7 mesi

Dall'1 gennaio 2019: 66 anni e 7 mesi

3 - Lavoratori dipendenti iscritti all'Ago e alle forme sostitutive ed esclusive della medesima e lavoratrici iscritte alle casse ex Inpdap:

Dall'1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2012: 66 anni

Dall'1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2015: 66 anni e 3 mesi

Dall'1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2018: 66 anni e 7 mesi

Dall'1 gennaio 2019: 66 anni e 7 mesi

4 - Lavoratori autonomi e gestione separata:

Dall'1 gennaio 2012 al 31 dicembre 2012: 66 anni

Dall'1 gennaio 2013 al 31 dicembre 2015: 66 anni e 3 mesi

Dall'1 gennaio 2016 al 31 dicembre 2018: 66 anni e 7 mesi

Dall'1 gennaio 2019: 66 anni e 7 mesi

Secondo le regole attuali, i requisiti minimi anagrafici o contributivi per il pensionamento dovranno essere adeguati periodicamente alla speranza di vita. Il prossimo adeguamento riguarderà il 2019-2020 per poi passare alla cadenza biennale. Nel caso di decrementi nella speranza di vita, lo scatto biennale potrebbe essere bloccato oppure, potrebbe essere maggiore riseptto a quello previsto dalla legge. Ad esempio, i dati dell'ultima indagine Istat, hanno registrato a febbraio un abbassamento dell'aspettativa di vita per gli Italiani nel 2019, dato che potrebbe determinare un mancato aumento dei requisiti di età previsti dalla Legge Fornero per raggiungere la pensione.

Per quanto riguarda la pensione anticipata, invece, dall'1 gennaio 2016 fino al 31 dicembre 2018 il requisito contributivo per accedervi, indipendentemente dall'età anagrafica, è pari a 42 anni e 10 mesi per gli uomini e a 41 anni e 10 mesi per le donne. Ed è un requisito valido sia per i lavoratori dipendenti, sia per quelli autonomi nonché per i lavoratori del pubblico impiego. La pensione di vecchiaia decorre dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale l'assicurato ha compiuto l'età pensionabile.

Ciò significa che nel caso in cui a tale data non risultino soddisfatti i previsti requisiti di anzianità assicurativa e contributiva, la pensione decorre dal primo giorno del mese successivo a quello in cui vengono raggiunti tali requisiti. Nel caso di pensione anticipata, questa decorre dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale è stata presentata la domanda.

La pensione di vecchiaia, così come quella anticipata, decorre dal primo giorno del mese successivo a quello nel quale l'assicurato ha compiuto l'età pensionabile. Il conseguimento della prestazione pensionistica richiede la cessazione del rapporto di lavoro dipendente, mentre non è richiesta la cessazione dell'attività svolta in qualità di lavoratore autonomo. Grazie alla Legge Amato, sono possibili requisiti più leggeri rispetto a quelli previsti dalla Legge Fornero. La Legge Amato consente il conseguimento della pensione di vecchiaia a chi sia in possesso di 15 anni di contributi collocati prima del 31 dicembre 1992, oppure di 15 anni di contribuzione versati in qualsiasi periodo congiuntamente al possesso di 25 anni di anzianità contributiva; oppure, se vi è stata autorizzazione ai contributi volontari richiesta precedentemente al 31 dicembre 1992.

Potranno scegliere l'opzione contributiva ai sensi della Legge Dini, invece, i soggetti in possesso di almeno 15 anni di contributi, di cui almeno 5 successivamente al 1995, privi dei requisiti della Legge Amato e in possesso dell'età minima per la pensione di vecchiaia. Per chi è iscritto alla Gestione Separata e non possiede contributi versati precedentemente al 1996, esiste la pensione di vecchiaia contributiva, che può essere ottenuta con un minimo di 5 anni di contributi da chi abbia almeno 70 anni e 7 mesi di età. Il trattamento, però, viene calcolato totalmente ed esclusivamente con il sistema contributivo.

I lavoratori di 60 anni e 7 mesi di età e le lavoratrici con 55 anni e 7 mesi di età, con invalidità civile dall'80%, potranno anticipare di 5 anni il momento della pensione. Sono esclusi i dipendenti del pubblico impiego. L'attuale governo Renzi è pronto a varare una serie di modifiche al regime pensionistico, con la prossima legge di bilancio, che riguardano in particolar modo la possibilità di accedere all'anticipo pensionistico, soprannominato Ape, anche in maniera del tutto priva di oneri.

L'Ape volontaria consente l'anticipo fino a 3 anni e 7 mesi sui requisiti standard di vecchiaia con prestito bancario assicurato, rimborso in venti anni, con soglia di accesso minima. La versione 'Social', invece, è a costo zero (grazie a bonus fiscali e trasferimenti monetari) e potrà essere utilizzata da determinate categorie di lavoratori in condizioni svantaggiate. Tra questi rientrano i disoccupati di lungo corso e i soggetti con disabili all'interno del nucleo familiare. La platea dovrebbe però estendersi anche a nuove categorie, ad esempio coloro che svolgono mansioni considerate rischiose, faticose e usuranti.

All'Ape si affiancherà (alternativamente o a parziale copertura finanziaria dell'anticipo) anche Rita, ovvero la Rendita Integrativa Temporanea Anticipata, che consentirà ai lavoratori senza contratto con 63 anni di età e almeno 20 di contributi di godere di una tassazione agevolata tra il 15% e il 9%.

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