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La preghiera di Francesco con Peres e Abu Mazen per una pace “vera e perfetta”

08 giugno 2014 | 15.57
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Francesco con Shimon Peres (Infophoto)
Francesco con Shimon Peres (Infophoto)

L’invocazione di pace che vedrà insieme tra qualche ora il Papa, i presidenti di Israele e Palestina, Shimon Peres e Abu Mazen, con il patriarca ortodosso Bartolomeo, sarà finalizzata a chiedere una “pace vera e perfetta”. Nell’invocazione per la pace in ebraico, in particolare, ci si rivolge al “Signore della Pace, Divino Sovrano, al quale appartiene la pace! Costruttore di Pace, Creatore di tutte le cose! Sia Tua volontà porre fine alla guerra e allo spargimento di sangue nel mondo, diffondere pace perfetta e meravigliosa in tutto il mondo, così che le nazioni non leveranno la spada l’una contro l’altra, né impareranno più la guerra”.

”Aiutaci e salva tutti noi - dice ancora l’invocazione come si legge nei testi diffusi dalla Sala stampa vaticana -, fa’ che meritiamo di restare fortemente ancorati alla virtù della pace. Fa’ che ci sia una pace vera e perfetta fra ogni persona e il suo prossimo, e fra marito e moglie, e fa’ che non ci siano divisioni fra i popoli, neppure nel loro cuore. Fa’ che ognuno ami la pace e persegua la pace sempre nella verità e nell’integrità, fa’ che non cadiamo preda delle divisioni neanche quando provengono da quanti non sono in accordo con noi”.

L’incontro di questa sera, come ha avuto modo di spiegare il portavoce vaticano padre Federico Lombardi, si svolgerà in tre tempi, a cui seguirà una conclusione. Ogni tempo sarà dedicato alla preghiera da parte di una delle tre comunità religiose e ci saranno intermezzi musicali accompagnati da clarinetti, violini, arpe e flauti.

Il secondo momento sarà quello dedicato alla comunità cristiana e durante l’invocazione di pace ci si rivolgerà a “Dio Padre Onnipotente, donaci la grazia di presentarci umilmente al tuo cospetto e di implorare il tuo perdono per le offese contro di Te e contro i nostri fratelli e sorelle. Noi non siamo stati custodi della Tua creazione e, specialmente nella Tua Terra Santa, abbiamo intrapreso guerre, compiuto violenza, abbiamo insegnato il disprezzo per i nostri fratelli e sorelle, offendendo profondamente Te, Padre di tutti noi. Donaci la grazia di impegnarci nuovamente per ‘agire con giustizia, amare la misericordia, e camminare umilmente con il nostro Dio’ per mezzo di Cristo nostro Signore”.

Il terzo momento è dedicato alla comunità musulmana che, nell’invocazione di pace, chiederà “O Dio, rendici inclini verso tutto ciò che è buono, avversi a tutto ciò che è cattivo. Donaci sicurezza, pace, tranquillità e fede, per noi e per la nostra gente, le nostre famiglie, i nostri padri e le nostre madri, i nostri figli e le nostre figlie, e per tutta l’umanità e per tutte le nazioni, tutte le creature della Tua grande creazione. Donaci, O Signore, il bene in questo mondo e nell’altro, e proteggici dal tormento del fuoco. O Dio, porta la pace nella terra della pace, O Padrone di splendore ed onore, rimuovi l’ingiustizia dagli oppressi in questa terra, nutri il tuo popolo che ha fame, e proteggilo dalla paura, tienilo lontano dal male e da coloro che commettono il male, dagli aggressori iniqui”.

Al termine delle invocazioni di pace, nei Giardini vaticani parlerà papa Francesco, a cui faranno seguito le parole di Peres e Abu Mazen, e ognuno di loro pregherà per la pace. I tre discorsi, come hanno avuto modo di spiegare padre Federico Lombardi e il custode di Terra Santa padre Pierbattista Pizzaballa, non conterranno riferimenti politici. Sarà infatti un momento molto particolare per riaprire la strada della pace. Poi insieme al patriarca Bartolomeo, i protagonisti della giornata si ritroveranno per un momento, tutto riservato, all’Accademia delle Scienze.

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