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Catanzaro: vittime usura non collaborano, indagate per favoreggiamento

19 novembre 2015 | 12.40
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Tre imprenditori erano sottoposti a usura ma davanti agli investigatori hanno negato e sono stati indagati per favoreggiamento. In quattro, invece, dovranno rispondere davanti alla giustizia di avere applicato tassi d'interesse fino al 93%. I finanzieri del gruppo di Lamezia Terme, coordinati dalla procura della Repubblica, hanno notificato sette informazioni di garanzia riuscendo, nonostante la reticenza delle vittime a chiudere il cerchio delle indagini grazie, fra l’altro, all'analisi dei conti correnti bancari dei tre imprenditori e delle rispettive ditte in difficoltà economica, riscontrando che tra le movimentazioni in entrata ed uscita ve ne erano alcune sospette proprio verso le persone che successivamente sono state indagate per usura.

La ricostruzione dei rapporti finanziari esistenti tra le vittime e gli usurai è stata resa particolarmente difficile non solo dalla mancata collaborazione delle vittime, ma anche perché a copertura delle operazioni illegali di interscambio di denaro era stata precostituita una serie di insidiosi documenti rivelatisi del tutto fittizi e finalizzati soltanto a fornire una parvenza di legittimità legale a quelle che invece erano operazioni di finanziamento usurario. I finanzieri sono riusciti a determinare esattamente anche i tassi di interesse usurari praticati dagli indagati, variabili dal 51,58% al 93,31% annuo.

Uno degli imprenditori ha ricevuto da un presunto usuraio la somma di 25mila euro restituendone, nel giro di un anno e tre mesi, 40.900 euro, mentre a un altro avrebbe restituito per altri prestiti la somma di oltre 258mila euro pari al 93,91 per cento d’interesse. Chiamato dal magistrato, l’imprenditore si sarebbe giustificato sostenendo che nel primo caso aveva ricevuto una caparra per l’acquisto di quote della sua società ma poi quando l’operazione non è andata a buon fine avrebbe restituito la somma, ben maggiore, all’interessato.

Quanto ai rapporti tra l’imprenditore e un altro indagato per usura, la vittima ha sostenuto che il passaggio di denaro (seguito dai finanzieri dal 2004 al 2012) si riferiva a lavori edili ma gli investigatori la ritengono una giustificazione per coprire il presunto usuraio perché l’attività edilizia è stata avviata solo nel 2007. Da qui la denuncia delle vittime per favoreggiamento. Le indagini sono partite da una precedente inchiesta della Guardia di finanza del Gruppo di Lamezia Terme, che nel 2011 portò all’operazione “Lex Genucia”. Risultano indagati per usura Giuliano Caruso di 42 anni, Antonio Arcieri di 84 anni, Ferdinando Greco di 40 anni; mentre Giovanni Giampà di 45 anni è indagato per esercizio abusivo del credito poiché avrebbe anch’egli prestato denaro ma nelle soglie previste dalla Banca d’Italia.

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