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Landini all'attacco del Governo, asse con Cisl e Uil

15 marzo 2023 | 21.15
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Foto Adnkronos
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Landini all’attacco del governo. Dal palco del XIX congresso della Cgil l’atto di accusa all’esecutivo Meloni non lascia margini: migranti, autonomia differenziata, fisco, pensioni, reddito di cittadinanza, lavoro e precariato. Non un dossier su cui il governo abbia tenuto fede all’enunciazione di portare avanti un dialogo effettivo con le parti sociali svelando cosi’ la considerazione in cui l’esecutivo tiene il sindacato. Una critica a 360 gradi su cui si ricompone anche l’asse tra Cgil Cisl e Uil che dal governo Draghi in poi viveva una stagione di crisi e che porterà’ i sindacati insieme di nuovo nelle piazze. A breve e su "un programma di iniziative che non escluda nessuno strumento", spiega Landini lasciando intravedere come l’obiettivo ultimo possa anche essere un nuovo sciopero generale.

"Decidono tutto nella loro maggioranza e ci hanno spiegato che il sindacato è importante ascoltarlo ma rappresenta interessi di parte, mentre il Governo rappresenta l’interesse generale", dice mettendo in fila tutti gli "incontri finti" da inizio gennaio in poi che denunciano di fatto "il tentativo in atto del governo di non riconoscere a tutto il sindacato confederale italiano il ruolo di rappresentanza sociale che gli spetta in nome dei milioni di persone che rappresenta e di ridurlo ad un ruolo di lobby corporativa e di un’appendice strumentale del sistema politico", insiste dal palco ricordando lo stesso debutto del governo Meloni con una legge di bilancio piena di "vecchie ricette". "Tasse piatte per gli alti redditi del lavoro autonomo, condoni, voucher, abolizione reddito di cittadinanza, non un euro per rinnovare i contratti pubblici, nessun serio intervento fiscale per tutelare i salari mangiati dall’inflazione", elenca.

"Cosi’ non va bene", ripeterà più volte sollecitando il diritto ad "un confronto preventivo e vero sulle riforme di cui questo paese ha bisogno". Senza parlare dell’ultimo round di ieri a palazzo Chigi sulla legge delega di riforma del fisco, domani all’esame del Cdm, che segna per la Cgil una sorta di punto di non ritorno. "Ieri l’ennesimo strappo del governo con il mondo che rappresentiamo. E siccome il fisco e’ la madre di tutte le battaglie perché rappresenta il patto sociale di cittadinanza alla base di qualunque comunita’ nazionale, chiediamo che il governo ritiri la delega fiscale per avviare un confronto di merito con i sindacati sulle scelte : non e’ piu’ accettabile che le entrate fiscali si reggano di fatto sul lavoro dipendente e sui pensionati", attacca ancora. No dunque alla riduzione delle aliquote, no alla flat tax incrementale perché’ "prefigurano una riduzione delle risorse destinate a scuola e sanità" mentre tutto tace sul taglio di 5 punti del cuneo contributivo con cui far crescere i salari o un fiscal drag per tutelarli dall’inflazione. "Sarebbe stato doveroso un confronto preventivo" ammonisce ancora ricordando come su 41 mln di contribuenti, 22 sono dipendenti e 14,5 mln pensionati".

Non meno duro sulla trasformazione dell’Rdc in Mia: "il governo ha ridotto la platea dei beneficiari per risparmiare dai 2 ai 3 miliardi cancellando cosi’ il carattere universale della misura". E critiche ancora sul dossier pensioni e sugli interventi per arginare i morti sul lavoro su cui sembra essere calato il sipario. Ma nel mirino anche la gestione dei migranti alla luce del tragico naufragio di Cutro. "Ministro Piantedosi il problema non è impedire alle persone di lasciare il proprio paese ma di metterle nelle condizioni di non rischiare la vita per farlo", dice prima di definire "inaccettabile" il decreto approvato dal governo nel corso del Cdm a Crotone.

Un intervento quello di Landini, che ha annunciato la sua ricandidatura alla guida del sindacato di corso Italia, durato oltre 2 ore e largamente applaudito. Ma l’invito alla premier Meloni che parlerà dal palco venerdì prossimo e che non tutto il il popolo della Cgil ha digerito lo ha ‘costretto’ ad un chiarimento: "Non si e’ trattato di galateo istituzionale ma perché e’ il momento delle rispose ai bisogni delle persone che lavorano per vivere e su riforme che devono essere fatte con il mondo del lavoro e non contro, questo è’ il motivo per cui ho invitato Meloni", spiega. Intanto la minoranza della Cgil che si ritrova nella figura di Eliana Como che raggruppa circa il 2,4% del sindacato di corso Italia si prepara all’accoglienza del premier. "Sono molto seccata e protesteremo" dice parlando ‘un giorno da pecora’ annunciando di voler lasciare la sala all’ingresso di Meloni. "Saremo visibili" annuncia.

All'appello di Landini alla mobilitazione la risposta dei leader di Cisl e Uil non si fa attendere. "Caro Maurizio, caro Pierpaolo incontriamoci. Siamo pronti a valutare insieme iniziative di lotta comuni per dare risposte sul merito ai tanti dossier aperti e aprire uno spazio di confronto vero, strutturato, che attivi ogni energia sociale nella costruzione di un futuro migliore per tutti", dice Sbarra dal palco elencando punto per punto tutti i dossier che il governo ha lasciato a metà "senza dare quelle risposte che ora pretendiamo visto che "Cgil Cisl e Uil hanno seminato molto", prosegue contingentando i tempi: "Vediamoci subito, incontriamoci per definire tempi e modi".

"Con piacere ho registrato la disponibilità della Cisl alla mobilitazione", commenta a caldo Bombardieri. E incalza: "noi una mobilitazione l’abbiamo cominciata da due mesi e siamo pronti a portarla avanti insieme se l’obiettivo e’ cambiare le cose".

(Dall’inviata Alessandra Testorio).

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