"Venti di guerra nel settore energia e petrolio. Dopo nove mesi di difficili e complessi confronti, interrotte, oggi a Roma le trattative per il rinnovo del contratto nazionale, scaduto il 31 dicembre 2015, che interessa circa 35 mila dipendenti in aziende come Eni, Snam, Saipem, Shell, Esso, Total, Fina, ecc". E' quanto si legge in una nota sindacale unitaria.
“Non è stato riconosciuto da Confindustria Energia -affermano Emilio Miceli, Angelo Colombini, Paolo Pirani, rispettivamente segretari generali Filctem, Femca, Uiltec- un incremento salariale adeguato al recupero del potere d'acquisto delle retribuzioni”.
“La rottura delle trattative -proseguono- è inoltre dovuta alla proposta di Confindustria Energia di introdurre un nuovo e penalizzante sistema classificatorio con aumenti salariali legati alla valutazione della prestazione lavorativa, oltre al mancato rispetto di impegni presi nel precedente rinnovo contrattuale". Inevitabile, dunque, la proclamazione di otto ore di sciopero, da gestire a livello territoriale, oltre ad una diffusa e capillare campagna di assemblee informative per tutti i lavoratori.