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L.elettorale: da domani in commissione alla Camera, Pd resta diviso

07 aprile 2015 | 14.22
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Per la maggioranza la legge non si tocca, ma la minoranza insiste: i nodi sono i capilista bloccati e un premio maggioranza 'non equilibrato'

L.elettorale: da domani in commissione alla Camera, Pd resta diviso

Scatta l'ora x per il ritorno (con modifiche) alla Camera dell'Italicum. Domani la legge elettorale chiamata a sostituire il Porcellum bocciato dalla Consulta, inizia il suo iter in commissione Affari costituzionali, con il Pd diviso sul cammino che il provvedimento dovrà avere. Per la maggioranza, e lo ha ribadito proprio oggi il vice segretario Lorenzo Guerini, l'Italicum non dovrà subire modifiche. Per la minoranza, al contrario, i nodi da sciogliere restano due: i capilista bloccati e un premio di maggioranza che rischia di assegnare a chi vince nell'urna un vantaggio numerico eccessivo in Parlamento rispetto al consenso degli elettori.

"Noi -dice all'Adnkronos Andrea Giorgis- vogliamo far ragionare la maggioranza: qui non si tratta di avere un vincitore e uno sconfitto, ma di dare agli italiani una buona legge elettorale che non ripeta gli errori del Porcellum, costati alla legge Calderoli la bocciatura da parte della Consulta".

Il provvedimento è appena all'inizio del suo percorso. Non è in questa fase che potrebbe acuirsi lo scontro interno al Pd. Per ora, ognuno rimane sulle proprie posizioni, anche se la minoranza insiste: "poniamo -spiega Giorgis- questioni di merito e ci saremmo aspettati risposte nel merito che, fino ad ora, non sono giunte. Pensiamo tuttavia che con il dialogo e il confronto le difficoltà si possano superare".

Soglia del 3% per Camera, 40% consensi per evitare ballottaggioDue, secondo la minoranza, le questioni da risolvere. Innanzitutto i capilista bloccati. "Questo -spiega Giorgis- significa che soltanto i grandi partiti potranno eleggere deputati con le preferenze, mentre le forze politiche più piccole numericamente porteranno in Parlamento solo gli esponenti scelti dal partito". Ma soprattutto, la minoranza Pd insiste perchè si metta mano al premio di maggioranza: se nessuno raggiunge il 40%, si può prevalere al ballottaggio con il 25% dei consensi, ricevendo, rileva Giorgis, un premio in seggi parlamentari "assolutamente sproporzionato" rispetto al consenso degli elettori. Un difetto che potrebbe essere corretto inserendo un quorum di partecipazione al voto. "Ma è solo un'ipotesi, di merito. L'importante -insiste l'esponente della minoranza- è che si trovi il modo di superare queste evidenti irragionevolezze".Il testo all'esame della Camera prevede una soglia minima di voti del 3%; listini composti da 6-7 nomi, di cui il primo bloccato e gli altri da scegliere con le preferenze, il 40% dei consensi da superare per evitare il ballottaggio ed assicurarsi premio di maggioranza, che permette di avere 340 seggi su 630, ed è assegnato al primo partito e non più alla prima coalizione.Viene introdotta una data di entrata in vigore, fissata al 1 luglio 2016. I 120 collegi iniziali, in cui ci si candidava in listini bloccati, vengono sostituiti da 100 collegi in cui il primo della lista è bloccato, cioè viene automaticamente eletto se scatta il seggio, mentre gli altri si giocano l’elezione con le preferenze. Se ne possono indicare due, ma di genere diverso, e pure i capilista in ogni regione non possono essere oltre il 60% dello stesso sesso.

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