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Libri, esce 'La casta siete voi' di Raisi: "Su casa Montecarlo Fini 'pulito' ma mentì"

14 settembre 2021 | 11.54
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Libri, esce 'La casta siete voi' di Raisi:

"Il mio parere di questa vicenda è che Fini sia pulito in merito ai soldi che sono girati attorno alla compravendita della casa di Montecarlo, ma sapeva benissimo che il cognato ne facesse uso, per cui mentì a tutti, noi compresi". Lo scrive l'ex parlamentare di An Enzo Raisi nel suo libro "La casta siete voi", che sarà presentato a Bologna il prossimo 21 settembre, nel capitolo dedicato alla vicenda della casa di Montecarlo donata ad Alleanza nazionale e finita al cognato dell'allora presidente del partito Gianfranco Fini. "Lo fece per paura? Per insipienza? Per sottovalutazione del problema? Non lo so, di certo si è fatto usare dal cognato, da Laboccetta e da tutta la famiglia Tulliani come uno sprovveduto, come per altro lui stesso ha ammesso pubblicamente e, quindi, di questo è certamente colpevole".

Qualche pagina prima Raisi, che poi seguirà Fini nell'avventura, finita male, di Futuro e Libertà, ricostruisce la vicenda dal suo punto di vista: "Questo piccolo appartamento a Montecarlo era stato valutato con una perizia ufficiale e messa agli atti nel bilancio di AN al valore, sottolineo, periziato per un valore di 280.000 euro. Era un appartamento abbandonato da una decina di anni, fu oggetto di interesse di molti uomini del vertice del partito che lo visitarono, ma nessuno lo comprò mai perché era in una posizione non bella e, a causa dello stato di abbandono, avrebbe necessitato di una ristrutturazione costosa, per cui rimase a lungo nelle disponibilità del partito, senza alcuna produzione di reddito".

"Questo fino a quando -racconta ancora Raisi- nel 2008 Giancarlo Tulliani, fratello minore di Elisabetta, la compagna di Fini, venuto a conoscenza di questa proprietà e con l’assenso del presidente, fece una offerta a Pontone, lo storico amministratore di AN, di 330.000 euro, ossia 50.000 euro in più del valore posto a bilancio del bene e lo acquistò attraverso una finanziaria offshore di un paese caraibico. Qui il primo errore di Gianfranco, consentire ad un parente di acquistare un bene del partito da parte di un altro suo parente cosa che, inevitabilmente, se si fosse venuta a sapere, sarebbe stata fonte di facili polemiche. Fu superficialità? Ingenuità? Complicità? -Si chiede Raisi- Non lo so, c’è un processo penale in corso che ci spiegherà molte cose".

"La vicenda - aggiunge Raisi - nel suo complesso è negativa, sarebbe stupido negarlo, ma di fronte alle schifezze che ho visto fare in politica in tutti gli anni in cui ho militato nel partito, e soprattutto di fronte ai soldi che ho visto intascarsi direttamente o indirettamente dalle persone che poi si sono poste sul banco degli accusatori di Fini posso solo dire che fu la più grande montatura politico mediatica a cui ho assistito nella mia lunga carriera politica. Una schifezza che non fa onore a chi l’ha promossa o ne è stato complice e purtroppo Fini, che in parte ne è responsabile, l’ha pagata più di quanto meritasse".

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