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Lombardia: il giuslavorista, salario minimo va deciso a livello regionale

07 febbraio 2017 | 14.37
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Francesco Rotondi giuslavorista e co-fondatore di LabLaw
Francesco Rotondi giuslavorista e co-fondatore di LabLaw

"Il salario minimo va deciso a livello regionale se vogliamo applicare il principio di uguaglianza previsto dalla nostra Costruzione”. A dirlo Francesco Rotondi, giuslavorista e co-fondatore di LabLaw, in occasione della presentazione del progetto di legge regionale in Lombardia per la determinazione dei salari minimi su base regionale. "La via per applicare il principio costituzionale di non discriminazione -spiega Francesco Rotondi- è legare la determinazione dei minimi salariali alla dimensione territoriale, quella più vicina alle reali condizioni delle imprese e dei lavoratori. In virtù di tale convinzione, ho elaborato un progetto di legge regionale presentato in Regione Lombardia che stabilisce la competenza della determinazione dei mini salariali a livello territoriale e financo aziendale".

"Le ragioni a sostegno di tale proposta -sostiene- sono innumerevoli, ma per tutte valga la mancata considerazione degli elementi territoriali e produttivi nel contratto nazionale che sono alla base di una corretta determinazione del costo della vita reale. Il presente disegno di legge si applica alle relazioni industriali sia del settore privato che pubblico, altrimenti alimenteremmo ancora ingiustificate disuguaglianze”.

Dal punto di vista economico e sociale, si è potuto apprezzare che la differenza territoriale basata su indici collegati al costo della vita nonché alla produttività ha consentito un riequilibrio di eguaglianza e giustizia sociale con effetti positivi sia in termini di recupero di efficienza produttiva che di occupazione. In particolare, occorre che vi sia coincidenza fra le differenze retributive e la differenza in termini di produttività, cosa che attualmente in Italia non avviene: il potere d’acquisto del salario minimo è più alto dove la produttività è più bassa.

Quattro i punti principali del progetto di legge: individuazione dei salari minimi, contrattazione aziendale, diversi livelli di contrattazione e pubblico impiego. I contratti collettivi di lavoro sottoscritti a livello territoriale (regionale) dalle associazioni dei lavoratori comparativamente più rappresentative sul piano territoriale determinano le retribuzioni minime dei lavoratori appartenenti ai vari settori produttivi.

La determinazione deve avvenire in base al potere di acquisto effettivo espresso per il territorio da un coefficiente Istat (indice regionale del costo della vita), nonché dall'indice di produttività territoriale. La contrattazione collettiva aziendale determinerà tutti gli ulteriori elementi retributivi (diversi dal minimo) anche in relazione all'andamento della redditività e-o produttività dell'azienda.

In caso di contrasto fra contratti collettivi di diverso livello, la supremazia spetta a quello più vicino al luogo di lavoro. La norma si applica anche al sistema di relazioni sindacali del comparto pubblico. A tal fine, sulla base della normativa vigente, saranno individuati i soggetti a livello regionale e territoriale dotati della rappresentanza e rappresentatività necessaria per la sottoscrizione di detti accordi.

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