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M5S, ancora tensioni su due mandati

28 marzo 2021 | 21.46
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Verso maxi think tank in Parlamento

(Fotogramma)
(Fotogramma)

L'avvocato del popolo torna mediatore. Questa volta non nelle vesti di presidente del Consiglio ma di leader in pectore del Movimento 5 Stelle. Un re ancora senza corona, Giuseppe Conte, che in queste ore è chiamato a sciogliere due intricatissimi nodi: il primo si chiama piattaforma Rousseau, con la quale Beppe Grillo e l'ex premier stanno provando faticosamente a trovare un accordo; l'altro è la regola dei due mandati, blindata dal garante M5S tra i malumori della vecchia guardia che sperava in una deroga. Su questo tema, però, nonostante le proteste di diversi big al secondo mandato, Grillo resta inflessibile: il tetto dei due mandati è un pilastro inamovibile, va ripetendo il comico genovese. Provando in qualche modo a rassicurare i parlamentari che con la fine della legislatura concluderanno il loro secondo mandato: "Non sarete lasciati soli".

Si ragiona, come possibile compromesso, sull'ipotesi di impiegare i big sui territori, magari rivedendo il divieto di candidarsi per altri incarichi se il mandato non è ancora terminato. Per Roberta Lombardi, assessore alla Transizione ecologica della Regione Lazio e membro del Comitato di garanzia grillino, è "incredibile che con tutto quello che succede nel mondo si menzioni anche solo di striscio il tema dei due mandati del M5S, sapendo perfettamente che l'attenzione giornalistica si concentrerà solo su quello invece che sull'agenda per la transizione": "Alla gente - dice Lombardi all'Adnkronos - non importa nulla di nulla dei mandati M5S. E fa bene".

Intanto Conte lavora in silenzio al progetto rifondativo del M5S con l'obiettivo di presentarlo presto ai gruppi parlamentari. Una compagine in subbuglio, quella pentastellata, in attesa delle mosse di Conte. "Credo che l'ex premier riuscirà anche a mettere ordine all'interno del Movimento", auspica la ministra per le Politiche giovanili Fabiana Dadone. Ma non sarà facile, perché il M5S è sempre più balcanizzato e diviso in correnti: da 'Italia Più 2050', associazione culturale promossa dai sottosegretari Dalila Nesci e Carlo Sibilia, al gruppo 'Innovare', che vede in prima fila molti giovani alla prima legislatura (da Luigi Iovino a Giovanni Currò) favorevoli al vincolo del doppio mandato. A quanto apprende l'Adnkronos nei prossimi giorni potrebbe nascere un maxi think tank: si lavora, infatti, per rinsaldare le posizioni di 'Innovare' e quelle di un'altra area, animata da presidenti di Commissione come Gianluca Rizzo e Filippo Gallinella e frequentata anche da ex esponenti di governo tra cui Stefano Buffagni.

"L'obiettivo - spiega una fonte - è ambizioso: dare vita a un centro analisi e studi, per supportare il M5S del futuro nel segno della transizione ecologica e sostenibile. Puntiamo a 70-80 adesioni in Parlamento". Ma lo scopo, nemmeno troppo velato, è anche fare da contraltare a 'Italia Più 2050', che intanto continua a fare proseliti anche tra manager e consiglieri regionali.

E' notizia di oggi l'adesione di Andrea Villano, amministratore di Omi (Officine Meccaniche Irpine), che opera nel settore aerospaziale da oltre trent'anni, e dei consiglieri regionali pugliesi Peppino Longo (eletto con la lista civica 'Con Emiliano') e Ruggiero Mennea del Partito democratico. "L'associazione nata con l'intenzione di promuovere la transizione ecologica e lo sviluppo sostenibile, annovera tra i suoi aderenti politici, imprenditori, professori di ogni estrazione culturale interessati a sviluppare le tematiche che si trovano nel manifesto diffuso nei giorni scorsi", sottolinea in una nota 'Italia Più 2050'.

di Antonio Atte

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