Via il maestro unico e al suo posto, a insegnare ai bambini delle elementari, un pool di docenti 'specializzati', soprattutto per materie come l'inglese, musica, educazione fisica, informatica. A chiedere di cancellare il residuo della riforma di gelminiana memoria scampato alle modifiche della 'buona scuola' renziana, è la senatrice del Movimento 5 Stelle Manuela Serra, insegnante prestata alla politica e prima firmataria di un ddl per dire addio all'idea de 'un uomo solo in cattedra' nella scuola primaria.
Per mere esigenze di spending review, argomenta Serra, la riforma Gelmini ha segnato, con il ritorno all'insegnante unico abolito nel 1990 e tornato in auge con la ministra berlusconiana, "una battuta d'arresto, livellando verso il basso e vanificando quelle pluralità e molteplicità che si attuano nel rapporto fra insegnanti e studenti".
In parole più semplici, un unico maestro "non può insegnare materie diverse, per 24 o 36 ore alla settimana, a bambini di una scuola elementare senza che ne risenta la qualità dell'insegnamento".
"Abolire il maestro unico -insiste la senatrice sarda- significa ripensare l'idea stessa di scuola primaria, che ha soprattutto il compito di fornire agli alunni gli elementi di base per formarsi il senso di identità e di appartenenza alla comunità civile, insieme ad una coscienza critica. E questo può avvenire solo con una molteplicità di stimoli culturali".
Dall'informatica alla musica, 7 docenti per classe, oltre a insegnanti sostegnoMa rivedere l'organizzazione della scuola primaria moltiplicando il numero di docenti significa anche incrementare le possibilità di impiego. Secondo i dati della Flc-Cgil, infatti, tra il 2007-2008 e il 2012-2013, a fronte di una crescita di 90mila alunni si sono avuti 81mila 614 docenti in meno: da 707 a 626mila assunti a tempo pieno indeterminato. Le classi tagliate sono state 9mila. Il ritorno al maestro unico ha significato un taglio di 28mila 32 unità nonostante gli alunni siano stati più di 18mila con un taglio di oltre 4mila classi.
La proposta M5S prevede che il pool di insegnanti della scuola primaria sia composto da sette docenti: per le materie umanistiche, per quelle scientifiche e l'informatica, per l'inglese e una seconda lingua comunitaria, per l'attività motoria, per la musica, per l'insegnamento della religione cattolica e la storia delle religioni. Della squadra devono far parte, a seconda della necessità, anche gli insegnanti di sostegno che, rileva Serra, sono "parte integrante del progetto educativo e didattico della classe". Per garantire la massima efficacia al processo d'integrazione scolastica, le classi che accolgono un alunno diversamente abile non possono essere composte da più di 20 ragazzi.
Progetto costa 2 miliardi e 300milioni di euro, 1 mld da bilancio Difesa
Nel determinare l'organico, osserva Serra, deve essere garantita l'assegnazione di docenti di sostegno per tutto l'orario richiesto dal progetto didattico-educativo, fino a coprire interamente l'orario di permanenza a scuola dell'alunno diversamente abile. Ma un reclutamento così 'massiccio' richiede risorse consistenti, che il ddl quantifica il 2 miliardi e 300milioni di euro, di cui un miliardo da ricavare dal bilancio della Difesa.Per "favorire l'arricchimento del percorso formativo ed il recupero delle situazioni di svantaggio", vengono garantite almeno tre ore settimanali di compresenza dei docenti per ogni classe.
Non si vuole certo mettere in discussione il valore del singolo docente, sottolinea Serra, ma l'introduzione dell'insegnante unico o comunque 'prevalente' nella scuola primaria ha segnato, "sia per la classe docente, sia soprattutto per gli studenti, un grave impoverimento". "Invece -conclude l'esponente del Movimento 5 Stelle- è l'insieme di voci diverse che favorisce e incrementa quelle forme di autonomia di giudizio e interpretazione del mondo che sono, presupposto e al tempo stesso conseguenza di ogni percorso formativo e conoscitivo".
