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M5S, ricorso legali Conte: "Vertici non sapevano di regolamento 2018"

18 febbraio 2022 | 16.34
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Caos simbolo a Napoli. Dubbi in chat su logo: "E' logoro"

(Foto Afp)
(Foto Afp)

Movimento 5 Stelle col fiato sospeso in attesa della decisione del Tribunale di Napoli sulla leadership di Giuseppe Conte, 'congelata' a seguito del ricorso presentato da un gruppo di attivisti grillini contro il nuovo statuto pentastellato. Una situazione di incertezza che investe anche i territori: a breve infatti si terranno le elezioni provinciali e il M5S rischia di non presentare la propria lista alla luce delle incognite giudiziarie. Nei giorni scorsi, dopo l'incontro a Roma tra Beppe Grillo e l'ex premier, i legali del M5S (Francesco Astone, Francesco Cardarelli e Claudio Consolo) hanno depositato l'istanza per ottenere la revoca dell'ordinanza cautelare con cui il Tribunale partenopeo ha sospeso lo statuto e la successiva elezione di Conte come leader del Movimento.

La tesi esposta nel documento dagli avvocati M5S, secondo quanto apprende l'Adnkronos, verterebbe su un assunto: Conte non era a conoscenza dell'esistenza del regolamento (approvato nel 2018 dall'allora Comitato di garanzia su richiesta dell'ex capo politico Luigi Di Maio) che prevedeva l'esclusione dal voto di coloro che si fossero iscritti all'Associazione Movimento 5 Stelle da meno di sei mesi: se i nuovi vertici pentastellati ne fossero stati messi al corrente - questo il ragionamento dei legali di Conte - avrebbero certamente fatto presente questa circostanza, considerata "decisiva" per ottenere il respingimento del ricorso di Napoli. Basterà a convincere i giudici partenopei?

Nel frattempo il Movimento corre ai ripari e in vista delle elezioni provinciali si prepara a presentare simboli 'civici' proprio per dribblare eventuali, nuove grane di natura giuridica. Questo si verifica, per esempio, proprio a Napoli, dove alla tornata locale del 13 marzo debutterà il logo "Territori in Movimento". Ma potrebbe non essere un caso isolato. "Per ora non c'è questa volontà, anche se diversi gruppi, in quasi tutte le Regioni, iniziano a chiedere un simbolo diverso da quello del M5S, un po' 'logoro' a livello di immagine dopo quest'ultimo anno...", spiegano all'Adnkronos fonti grilline beninformate.

E proprio l'imminente test elettorale contribuisce a far salire la tensione all'interno del Movimento. Lo dimostrano alcune chat, che l'Adnkronos ha potuto visionare: conversazioni dalle quali emerge il malumore di diversi eletti del territorio per la gestione della partita relativa alla formazione delle liste. E' addirittura il presidente della Camera Roberto Fico - fondatore del primo meetup grillino e voce storica del Movimento partenopeo - a intervenire il 14 febbraio per stoppare ogni tentativo di 'rimaneggiare' la composizione della lista che il M5S si appresta a presentare alle provinciali: no a "cambi affrettati e con poco senso fatti all'ultimo momento", rimarca la terza carica dello Stato nella chat.

Ne nasce una bagarre. C'è chi parla di "figli e figliastri", chi di "tarantelle": "Perché io non posso decidere di candidarmi? C'è ancora tempo", scrive il consigliere di Castellammare di Stabia Francesco Nappi replicando alla consigliera di Casoria Elena Vignati che lo aveva invitato ad attendere "il prossimo giro di boa, tra cinque anni". I toni si surriscaldano. Per il consigliere regionale Luigi Cirillo "è inaccettabile" dire a un collega "mi dispiace, sei arrivato tardi".

A replicare a Fico è il deputato Luigi Iovino, uno degli uomini più vicini a Luigi Di Maio in Campania: "Caro Roberto Fico, il lavoro fatto in queste settimane è sempre stato condiviso durante le riunioni. La lista ancora non era chiusa e abbiamo dato come termine perentorio la giornata di oggi (lunedì, ndr) per far pervenire ulteriori candidature". Il deputato poi aggiunge: "Credo che non sia corretto escludere dalla lista nessuno, come principio. Per quanto riguarda le sottoscrizioni, da oggi con la lista chiusa procederemo alla raccolta".

Il discorso cade anche sulla questione del simbolo. "Purtroppo - scrive una consigliera di Acerra - a seguito dell'ordinanza del Tribunale di Napoli che ha sospeso l'uso del simbolo, gli avvocati da Roma hanno suggerito di presentare in Città metropolitana una lista civica per evitare eventuali ricorsi che bloccherebbero la lista". Da qui la scelta del logo "Territori in Movimento", a cura del consigliere di Pozzuoli Antonio Caso.

Interpellata dall'Adnkronos Roberta Lombardi, assessora alla Transizione ecologica in Regione Lazio e coordinatrice degli Enti locali per il M5S, conferma le necessità giuridiche che hanno determinato questa decisione: "Per le elezioni di Città metropolitana di Napoli, che prevedono il deposito delle liste tra domenica e lunedì prossimo, si è ritenuto più cautelativo presentare una lista del M5S con un simbolo civico nell'attesa della definizione del ricorso di Napoli. E' un'elezione di secondo livello tra consiglieri comunali che si conoscono perfettamente tra loro, quindi non era indispensabile andare con il simbolo M5S per essere identificabili dagli elettori", spiega l'ex deputata romana.

(di Antonio Atte)

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