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Mafia: Mannino, nessun rapporto tra me e Cosa nostra

26 marzo 2015 | 14.29
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"Non ci poteva essere nessun rapporto tra me la mafia, tra me e Cosa nostra". Lo ha detto l'ex ministro Calogero Mannino proseguendo le dichiarazioni spontanee nel processo stralcio per la trattativa tra Stato e mafia che lo vede imputato per attentato a corpo politico dello Stato. Mannino respinge più volte ogni ipotesi di avere svolto un ruolo nella presunta trattativa che ci sarebbe stata, secondo l'accusa, nel '92, tra pezzi dello Stato e Cosa nostra. "Per venticinque anni la mia vita è diventata la vita di un imputato permanente, ma mi chiedo imputato per che cosa?". "Mi difenderò nella serena convinzione delle ragioni della verità", aggiunge.

L'ex ministro democristiano ha poi parlato della figura di Salvo Lima, l'ex eurodeputato ucciso nel marzo 1992 da Cosa nostra. "Io non ho mai fatto parallelismi tra me e la vicenda Lima. Non mi sono mai immedesimato nella sua storia. E lo dico con rispetto verso di lui e la sua verità". Secondo la Procura di Palermo, l'ex politico, dopo l'assassinio di Lima, avrebbe avuto paura di essere lui il prossimo obiettivo di Cosa nostra. E per questo, aiutato dal generale del Ros Antonio Subranni, avrebbe avviato una trattativa con i boss. Mannino smentisce anche di avere avuto rapporti "di amicizia con Subranni" ma solo formali. "Con Subranni - dice - non ho avuto i rapporti di confidenza che ho avuto con il generale Dalla Chiesa o altri ufficiali dell'Arma". Il gup Marina Petruzzella ha rinviato l'udienza a domani per la conclusione delle dichiarazioni spontanee di Mannino. Subito dopo parleranno i suoi legali: Grazia Volo, Carlo Federico Grosso e Marcello Montalbano.

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