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Mafia, sparatoria in strada tra clan catanesi,tra motivi anche giovane commessa ‘contesa’

20 aprile 2021 | 14.21
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I carabinieri di Catania, su disposizione della Direzione Distrettuale Antimafia, hanno eseguito una misura cautelare in carcere nei confronti di 14 persone indagate, a vario titolo, di concorso in duplice omicidio, 6 tentati omicidi e porto e detenzione illegale di armi da fuoco in luogo pubblico,con l’aggravante di avere agito per motivi di tipo mafioso, al fine di agevolare i clan di appartenenza. Il bilancio della sparatoria fu due morti e sei feriti.

“Le cause scatenanti della spedizione punitiva sono da ricercare in momenti di frizione che si sono verificati nella giornata precedente della sparatoria dell’8 agosto tra componenti delle due avverse fazioni con contrapposizioni risalenti nel tempo da ricondurre a questioni di controllo mafioso del territorio e delle attività illecite”. Lo ha detto il comandante dei carabinieri di Catania, Rino Coppola, a margine della conferenza stampa sull’operazione ‘Centauri’.

“Per come si sono svolti i fatti - ha aggiunto il comandante Coppola- per puro caso non sono rimasti coinvolti nella sparatoria anche civili residenti in un quartiere ad alta densità abitativa”.

Dalla conferenza stampa e’ emerso come siano stati una serie di fatti, almeno tre, alla base della spedizione punitiva che gli affiliati del clan Cappello volevano compiere nella roccaforte di Librino comandata dagli uomini legati ai cursoti milanesi guidata da Carmelo Di Stefano (detto ‘pasta ca’sassa’).

In primis un litigio per una giovane commessa contesa a colpi di casco avvenuto un giorno prima in via Diaz a Catania tra Carmelo Di Stefano e Gaetano Nobile con quest’ultimo costretto a rifugiarsi dentro un bar. Poi il pestaggio ai danni di un ‘cursoto milanese’, tale Giorgio Campisi da parte dei Cappello. E infine una serie di colpi sparati contro un centro scommesse del Passerello rinomata zona criminale di Catania. Questi fatti hanno sono sfociati nella sparatoria in strada dell’8 agosto a Librino. Utilizzate secondo i carabinieri armi corte tra semiautomatiche calibro 9 e revolver calibro 38, oltre a kalashinikov.

(di Francesco Bianco)

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