Sicuramente non si aspettava di sollevare un simile polverone di polemiche, Marc Jacobs, quando per accompagnare le proposte della sua spring-summer 2017 sulle passerelle newyorkesi ha scelto per le sue modelle un'acconciatura rasta, realizzata con i tipici dreadlock, capigliatura manifesto del rastafarianesimo. Peccato però che le modelle che li 'indossavano', come Kendall Jenner, Karlie Kloss e Bella Hadid fossero bianche. Una scelta che ha animato non pochi detrattori in rete, che hanno letto nella sua passerella una sorta di insensibilità razziale, aprendo un vero e proprio caso mediatico rimbalzato in poche ore da un social all'altro.
"I dreadlock sono molto più di un semplice taglio di capelli - ha scritto un utente su Instagram - è una dichiarazione di orgoglio dell'heritage africano. Fino a oggi, in Sudafrica e alle Barbados, alle ragazze e alle donne di colore viene detto che i loro capelli non sono belli. Un conto è trarne ispirazione per sostenere questa ingiustizia, un altro è ignorarla del tutto, il che è offensivo per molte persone di colore che ancora continuano a lottare per l'uguaglianza nel mondo".
Dal canto suo, l'ex creativo di Louis Vuitton ha detto di non vedere mai la razza ma le persone, qualunque sia il colore della loro pelle, come riporta il 'Guardian'. "A tutti coloro che gridano all''appropriazione culturale' - ha detto Jacobs - o qualunque assurdità riguardo la razza o il colore della pelle nelll'acconciarsi i capelli in qualsiasi stile o modo si voglia: è buffo vedere come non critichiate le donne di colore che si stirano i capelli".
Dopo che molti utenti avevano iniziato a commentare le immagini di Gigi e Bella Hadid con i dreads, leggendoci una mancanza di sensibilità per un taglio di capelli strettamente associato alla cultura afro, Jacobs ha deciso di pubblicare un lungo post, scusandosi con i suoi follower: "Ho letto tutti i vostri commenti - ha scritto lo stilista - e vi ringrazio per aver espresso i vostri sentimenti. Mi scuso per la mancanza di sensibilità espressa nella brevità del mio commento, in modo non intenzionale. Credo fermamente nella libertà di pensiero e nella libertà di esprimere se stessi attraverso l'arte, i vestiti, le parole, i capelli, la musica. Tutto".
"Certamente vedo il colore della pelle - conclude Jacobs - Ma non discrimino. Questo è un fatto. Per favore, continuare a esprimere i vostri, sentimenti con gentilezza. Non si guadagna nulla dal diffondere l'odio con il bullismo e con gli insulti".
