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Mauri e Sturno alle prese con le 'Variazioni enigmatiche' di Schmitt al teatro Parioli

10 marzo 2022 | 12.59
LETTURA: 2 minuti

Un thriller psicologico, quasi una partita a scacchi o una mano di poker, fra uno scrittore e un giornalista, con una donna convitata di pietra

Roberto Sturno e Glauco Mauri in
Roberto Sturno e Glauco Mauri in "Variazioni enigmatiche" di Eric-Emmanuel Schmitt al teatro Parioli di Roma

Un dialogo, che inizialmente ha tutte le caratteristiche di due monologhi paralleli che non riescono a intersecarsi e compenetrarsi, l'uno sordo alle ragioni dell'altro, ma che alla fine quasi si armonizzano, sulle note delle 'Variazioni enigmatiche' composte dall'inglese Edward Elgar, che danno il titolo al thriller psicologico di cui è autore il drammaturgo francese Eric-Emmanuel Schmitt, portato fino a domenica al teatro Parioli di Roma dal duo più che consolidato nel tempo formato da Glauco Mauri e Roberto Sturno, per la regia di Matteo Tarasco.

Al centro di quella che potrebbe definirsi anche come una partita a scacchi o una mano di poker fra esperti giocatori, volta a prevedere e scoprire le 'mosse' del preteso avversario, sono un vecchio quanto illustre scrittore, addirittura insignito del premio Nobel per la Letteratura, rifugiatosi in un'isoletta nei mari del Nord dove vive da misantropo in perfetta solitudine, al punto di sparare a vista a chi si avvicina alla sua proprietà, salvo poi accoglierlo nel caso riesca a scamparla, perché "non ci sono alternative: cadavere oppure ospite"... e un giornalista arrivato fin lì per un'intervista di cui lo scrittore non ha memoria di aver concesso. Ma c'è anche un terzo personaggio, un convitato di pietra, che non sale su palco ma è solo evocato eppure va considerato a pieno titolo fra i protagonisti, ovvero la donna amata dallo scrittore, con il quale ha intrattenuto per anni una copiosa corrispondenza amorosa ora pubblicata sotto forma di romanzo epistolare.

"Come in un thriller dei sentimenti, ritmato da drammatici colpi di scena, due uomini si scontrano in una alternanza di crudeltà e di tenerezza, di feroce ironia e di profonda commozione - spiega Glauco Mauri - e l'intervista si trasforma presto in una affannosa quanto affascinante scoperta di verità taciute". Nelle note di regia, Matteo Tarasco sottolinea che "l'enigma è il protagonista di questo dramma, che si traduce in un faccia-a-faccia inesorabile, in una sfida alla ricerca della verità che non è detto riesca a rivelare più della menzogna...".

(di Enzo Bonaiuto)

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