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Migranti, ex prete Lampedusa: "No rinnovo Memorandum, in gioco dignità Italia"

29 ottobre 2022 | 20.05
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Nel Mediterraneo centrale 3 ong attendono l'assegnazione di un porto. Prosegue braccio di ferro con Viminale. Don Carmelo: "Criminale naufraghi in mare per giorni"

Migranti, ex prete Lampedusa:

"Queste persone prima e poi dovranno scendere, lo sanno i ministri, lo sa il governo, lo sanno le forze dell'ordine. Un giorno solo in più in mare senza un porto sicuro è criminale, significa continuare la tortura nei loro confronti e la palese criminalizzazione verso chi compie il bene". Carmelo La Magra, ex parroco di Lampedusa, le storie di chi arriva dall'altra sponda del Mediterraneo le conosce bene. Raccolte negli anni in cui al molo Favaloro ha portato il conforto di un sorriso e il calore di un abbraccio. "Sappiamo cosa succede laggiù, nei lager della Libia - dice all'Adnkronos -, lo raccontano i superstiti e l'ho visto con i miei occhi. Sui corpi di chi arriva ci sono le ferite del Memorandum Italia-Libia".

Nei giorni scorsi 40 organizzazioni non governative sono scese in piazza a Roma per dire 'no' al rinnovo dell'intesa: se entro il 2 novembre il Governo Meloni non dovesse ridiscuterla si rinnoverà automaticamente per altri tre anni. "Invito l'Esecutivo, se ha veramente a cuore la dignità dell'Italia, a non coinvolgere la nostra nazione in accordi con Governi discutibili, come quello libico e la sua Guardia costiera. Ne va della nostra dignità nazionale", sbotta don Carmelo. Le ultime tragedie del mare, avverte il prete dei migranti, devono interrogare le coscienze.

"Non riesco a dimenticare le immagini delle bare bianche sistemate nella camera mortuaria del cimitero di Lampedusa - dice -, né quelle di tutte le altre vittime accolte a Lampedusa, come il piccolo Yussuf. Oggi, però, non resta neppure l'indignazione. E' come se osservassimo l'irreparabile, quando, invece, siamo noi la causa di quello che accade. Nessuno alza la voce, ci si limita a piccoli momenti di commozione, ma se chi ha l'autorità di cambiare le cose, di intervenire si commuove e basta allora sta commettendo un'ingiustizia".

Il braccio di ferro tra il Viminale e le ong - tre al momento in attesa di un porto sicuro con circa mille migranti a bordo - è "una storia vecchia". "Il solito teatrino, l'obiettivo è abbassare la frontiera oltre il Mediterraneo, perché i migranti che per la politica italiana sono un problema lo siano per qualcun altro. Così siamo disposti a pagare, con i nostri soldi e le nostre tasse, chi in Libia con comportamenti criminali mette a repentaglio la vita di questa gente. Continuiamo a finanziare strutture di morte per torturare, violentare e uccidere donne, uomini e bambini. L'importante è che avvenga lontano dai nostri occhi. E lo si fa in barba al diritto internazionale, violando le leggi del mare e le convenzioni. In 'continuità' tra la destra e la sinistra, perché quel Memorandum è stato fatto da un governo di sinistra e verrà applicato anche dai ministri di destra".

Quanto alla direttiva del Viminale, "da tempo si discute delle ong come pull factor, è una teoria vecchia che i dati dimostrano non stare in piedi - sottolinea l'ex parroco di Lampedusa -. Significa dare la colpa a chi, invece, è parte della soluzione, come se davanti a un incidente stradale colpevolizzassi i soccorritori sull'ambulanza e non chi ha causato l'incidente. Puntare il dito sulle ong è cercare un capro espiatorio. Anche io penso che non ci dovrebbero essere navi che accolgono perché non ci dovrebbero essere esseri umani affidati ai trafficanti di morte, ma vie legali e sicure per chi fugge da persecuzioni, guerre, fame e cambiamenti climatici. Eppure l'unica via di fuga al momento è il mare e lì è necessario che qualcuno li soccorra. Perché l'alternativa è la morte, lontano dai nostri occhi e in silenzio". (di Rossana Lo Castro)

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