Il comandante D’Angelantonio dopo l'arresto del latitante più ricercato d'Italia dopo Matteo Messina Denaro: "Andava in spiaggia e nei locali". Sequestrati telefoni e schede
Rocco Morabito "in Brasile faceva una vita normale, non viveva da latitante, tanto è vero che frequentava la spiaggia e i locali pubblici". Il comandante del II Reparto Investigativo del Servizio Centrale del Ros, Massimiliano D’Angelantonio, parla della cattura del superboss della 'ndrangheta, numero due tra i 100 latitanti più ricercati dopo il boss di Cosa nostra Matteo Messina Denaro. Insieme a lui è stato preso anche il narcotrafficante, Vincenzo Pasquino.
"Quando ci ha visto è rimasto molto stupito perché non aveva notato alcun movimento anomalo", ha detto ancora il comandante che, parlando del blitz, ha spiegato: ''La macchina si è mossa in maniera molto rapida e il costante confronto con i nostri partner internazionali ha consentito di sbloccare la situazione in tre giorni dal nostro arrivo in Brasile''.
Durante l'arresto di Morabito e Vincenzo Pasquino, catturati alle 20 di ieri (ora italiana) in un'abitazione di Joao Pessoa, nel Nord del Brasile, sono stati rinvenuti e sequestrati documenti di particolare interesse come cellulari e schede telefoniche. Si tratta di documenti che, secondo quanto spiegano gli investigatori del Ros, saranno ''analizzati molto presto''. Nell'abitazione dove sono stati arrestati i due latitanti gli investigatori sono arrivati attraverso un'attività di pedinamento.
Morabito è stato trasferito dalla polizia federale brasiliana in una località segreta su un aereo della polizia federale.