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Moro, volantino Br all'asta: Digos e MiC avviano accertamenti

Al momento, apprende l'Adnkronos, non è stato disposto il sequestro del lotto

Immagine di repertorio (Afp)
Immagine di repertorio (Afp)
08 gennaio 2022 | 14.15
LETTURA: 3 minuti

E' arrivato il momento degli accertamenti da parte del Ministero della Cultura e della Digos della Questura di Roma per il volantino delle Brigate Rosse messo all'asta dalla casa romana Bertolami Fine Arts: diffuso durante i 55 giorni del sequestro di Aldo Moro, è il 'Comunicato n. 1' con cui i terroristi rivendicarono il rapimento dello statista democristiano e la strage della sua scorta in via Fani il 16 marzo 1978.

E' uno degli effetti delle numerose polemiche sollevate da ogni parte politica contro la vendita. L'altro effetto è la corsa continua della quotazione della copia tirata al ciclostile del volantino nella tragica primavera di 44 anni fa. Finora sono arrivate 38 pre-offerte (ossia le intenzione di acquisto), la più alta delle quali si attesta a 12.000 euro, ben oltre sette volte la sua stima massima (1.700 euro). L'asta è in programma il 18 gennaio alle ore 15. Al momento, apprende l'Adnkronos, non è stato disposto il sequestro del lotto, che è stato proposto con una base d'asta di 600 euro.

La Direzione Generale Archivi del Ministero della Cultura, guidato da Dario Franceschini, ha inviato nella sede di Bertolami Fine Arts un funzionario dell'Archivio Centrale dello Stato, il quale ha svolto una verifica sul ciclostile del 'Comunicato n.1' delle Brigate Rosse al fine di accertarne la peculiarità e l'interesse. Secondo quanto è in grado di riferire l'Adnkronos, l'ispezione ha accertato che si tratterebbe di uno dei volantini di due pagine diffuso in seconda battuta dai fiancheggiatori delle Br dopo il 20 marzo 1978 davanti a fabbriche, uffici e scuole. All'epoca fu raccolto da un passante che poi lo ha conservato tra i suoi ricordi.

Il testo che reca il volantino messo all'asta online è stato definito come "già conosciuto" dai funzionari ministeriali che hanno condotto l'ispezione. E' stato escluso che si tratti di uno dei volantini ciclostilati in prima battuta con un macchinario Ibm dalla 'direzione strategica' delle Brigate Rosse: 41 esemplari ciclostilati originali del 'Comunicato n. 1' di quella serie sono già presenti nel fascicolo "Moro uno" della Corte di Assise di Roma, studiato e digitalizzato dalla stessa Direzione Generale Archivi del MiC nell'ambito del "Progetto Moro". Questi volantini furono consegnati da parte dei destinatari istituzionali alla Questura di Roma oppure furono oggetto di sequestri da parte di polizia e carabinieri.

Anche gli agenti della Digos si sono recati nella sede della Bertolami Fine Art per assumere sommarie informazioni su come la casa d'aste ha acquisito il volantino. I poliziotti hanno anche ascoltato come persona informata dei fatti Giuseppe Bertolami, amministratore unico della casa d'aste.

Bertolami ha spiegato come del testo dell'originale volantino di rivendicazione furono stampate con il ciclostile e distribuite numerose copie "a più riprese affinché anche la popolazione potesse accedere a quella che, evidentemente, i terroristi ritenevano una forma di controinformazione".

Il volantino con intestazione Brigate Rosse e la stella a cinque punte all'interno di un cerchio inizia recitando: "Giovedì 16 marzo un nucleo armato delle Brigate Rosse ha catturato e rinchiuso in un carcere del popolo Aldo Moro, presidente della Democrazia Cristiana..." E si chiude con la data "16/3/78" e la firma "Per il Comunismo Brigate Rosse".

(di Paolo Martini)

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