C'era anche Nicoletta Dosio, pasionaria No Tav e da qualche settimana agli arresti domiciliari, al presidio promosso davanti al Tribunale di Torino dove è in corso una nuova udienza del maxi processo No Tav che vede oltre 50 imputati per gli scontri dell'estate del 2011 in Valsusa.
"Continuo la mia consapevole, condivisa, felice evasione contro provvedimenti preventivi che sono più che mai strumento di intimidazione, tentativo di minare una lotta giusta e collettiva, per questo irriducibile", ha sottolineato la Dosio nel volantino letto e distribuito al presidio definendo poi la sua evasione "una nuova tappa della lunga resistenza collettiva praticata dal movimento No Tav con gli interessi del partito trasversale degli affari".
"La palese difficoltà del Tribunale di Torino di applicare quella che chiamano 'l'obbligatorietà dell'azione penale' di fronte al mio pubblico e rivendicato 'reato' di evasione - ha aggiunto - è il maggior riconoscimento della forza di popolo che mi sostiene e insieme un messaggio attivo di fiducia e incoraggiamento per quanti subiscono arbitrii giudiziari che sembrano incontrastabili".
Dosio è stata fermata dalle forze dell'ordine mentre tentava di entrare nel Palagiustizia per assistere all'udienza. Accompagnata dalle forze dell'ordine all'interno della struttura ha affermato 'vittoria'. E' in stato di fermo ed è stata portata in Questura.
Al presidio era presente anche il segretario provinciale di Rifondazione Comunista, Ezio Locatelli. "Vogliamo che Nicoletta venga messa in libertà, non più agli arresti domiciliari - ha detto - C'è un clima di forte imbarazzo da parte dell'autorità giudiziaria nei confronti di un atto, quello compiuto oggi da Nicoletta, di disobbedienza dall'alto valore civile. La mobilitazione deve continuare anche in solidarietà dei militanti a processo colpevoli di aver difeso la Valsusa da un'opera inutile".