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Nodo Tesoro, tra programma di svolta e standing internazionale

18 febbraio 2014 | 20.37
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Nodo Tesoro, tra programma di svolta e standing internazionale

Un programma sostanzialmente blindato, nella logica della svolta renziana al passo di una riforma al mese. Un approccio sufficientemente politico, per 'pesare' nella dialettica di governo. E lo standing internazionale, quell'autorevolezza indispensabile per sedersi al tavolo che conta, a Bruxelles. Il profilo del prossimo ministro dell'Economia è inevitabilmente schiacciato fra esigenze contingenti e requisiti da curriculum.

L'identikit del candidato ideale a sedere sulla poltrona di Quintino Sella lo disegna un influente dirigente del Tesoro, che parla all'Adnkronos: "Serve un cambio di passo sul piano politico, con una figura in grado di pesare di più nella dialettica interna al Governo e nei rapporti con la maggioranza che lo sostiene". Saccomanni, "senza alcun dubbio preparato e competente", si fa notare, "ha peccato di scarsa personalità". Allo stesso tempo, completa il ragionamento il dirigente di via XX Settembre, "serve continuità nel lavoro sui dossier aperti, sulla strategia complessiva, nella gestione di un team di lavoro allargato appena bonificato dalle ultime scorie della lunga stagione Tremonti-Grilli". Di certo, "serve un nome che la struttura complessa del Mef sia in grado di accettare, per autorevolezza e personalità".

La scelta di Renzi, che deve inevitabilmente tenere conto di tutti i fattori e anche del gradimento, anche solo indiretto, che deve arrivare dal Quirinale, non è ancora fatta. Restano in corsa candidati diversi per storia personale e professionale: Reichlin, Delrio, Tabellini. Perfino l'ex premier Enrico Letta.

Nella rosa potenziale, dunque, restano ancora in tanti. Lucrezia Reichlin, il candidato che resta di maggiore impatto, nonostante i primi contatti non proprio incoraggianti con il futuro premier e una sintonia sul programma che andrebbe affinata. Graziano Delrio, fidatissimo e apprezzato, ma anche poco spendibile nei consessi internazionali. Passando poi a Guido Tabellini, altro economista con un ottimo pedigree internazionale. Fino alla carta di riserva. Tanto autorevole quanto 'estrema': Enrico Letta. Già ha fatto sapere di non essere disponibile, e i rapporti con Renzi non possono che essere gelidi, ma una chiamata del Colle, l'ennesima chiamata 'di servizio', potrebbe sempre avere il suo peso.

Nell'incertezza di una nomina che rischia di diventare il primo vero problema dell'avventura di governo di Matteo Renzi, qualche osservatore ipotizza anche una conferma, che sarebbe una sorpresa, di Fabrizio Saccomanni. A pesare ci sarebbe l'indicazione arrivata dal presidente della Repubblica Giorgio Napolitano, convinto che serva "continuità nei ministeri chiave". Insieme proprio a quello standing internazionale che lo rende particolarmente apprezzato fuori dall'Italia.

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