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Norman Atlantic, sulle vittime morsi di squalo

12 gennaio 2015 | 17.27
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Potrebbero essere state attaccate dopo essere finite in mare durante le operazioni di evacuazione del traghetto, dopo il tragico incendio del 28 dicembre scorso. Un biologo marino dovrà verificare se le lacerazioni siano state prodotte dai pesci. Intanto, salgono a sette gli indagati: iscritto anche il rappresentante legale della società greca Anek. Il video dei soccorsi

Norman Atlantic, sulle vittime morsi di squalo

Le undici vittime del naufragio del Norman Atlantic finite in mare durante le operazioni di evacuazione del traghetto potrebbero essere state attaccate da un branco di squali. E' questo il nuovo dettaglio che emerge dalle indagini della Procura di Bari coordinate dai pm Ettore Cardinali e Francesco Perrone Capano.

Al momento si tratta di un sospetto degli inquirenti. Per questo motivo i pubblici ministeri hanno affiancato ai medici legali incaricati di svolgere le autopsie sui nove corpi che si trovano a Bari anche un biologo marino, che dovrà stabilire se quelli rinvenuti sui corpi siano effettivamente morsi di squali. Inoltre occorrerà capire se siano stati i pesci a causare il decesso di alcune o di tutte le undici vittime oppure se i corpi sono stati sfregiati a decesso avvenuto. Il biologo marino incaricato è il dottor Lucio Rositano.

Intanto, salgono a sette gli indagati nell'inchiesta: l'ultimo ad essere iscritto è stato il rappresentante legale della società greca Anek, noleggiatrice del traghetto, anche lui accusato di naufragio colposo, omicidio plurimo colposo e lesioni colpose. Si tratta di Georgios Katsanevakis. L'altro manager dell'Anek indagato è invece Ioannis Vardinogiannis. Accusati degli stessi reati l'armatore italiano Carlo Visentini, il comandante Argilio Giacomazzi e due ufficiali, anche loro italiani, membri dell'equipaggio.

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